mercoledì 30 novembre 2016

La riscoperta del pittore veneziano Lorenzo Lotto

In mostra a Bergamo dal 3 dicembre al 26 febbraio 



Bergamo celebra il grande maestro cinquecentesco, la cui modernità ancora non cessa di stupire  con  il progetto espositivo 'Lorenzo Lotto. Attraverso Bergamo', ideato e realizzato  dalla Fondazione Accademia Carrara con la collaborazione di Comune di Bergamo, Diocesi e Luogo Pio Colleoni, con la curatela di Emanuela Daffra e Paolo Plebani.
Una mostra che parte, prima di tutto, con l'esposizione al pubblico presso l'Accademia Carrara  di un'opera inedita rimasta nascosta per secoli: la tarsia della 'Creazione', proveniente dal Luogo Pio Colleoni, creduta sinora una replica antica di quella che figura negli stalli del coro della Basilica di Santa Maria Maggiore ed oggi,dopo studi approfonditi,  attribuita al Lotto, che nelle sue numerose peregrinazioni si stabilí a Bergamo dal 1513 al 1525. Per proseguire con un itinerario cittadino alla scoperta dei tesori lasciati dal pittore veneziano nelle chiese più belle, in particolare in Santa Maria Maggiore dove è custodito il celebre coro ligneo.

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martedì 15 novembre 2016

Domani parte un lanciatore Soyuz per il cambio degli astronauti della Stazione Spaziale



L'immagine ESA ci fa vedere il razzo Soyuz pronto a lanciare  giovedì 17 novembre gli astronauti  Thomas Pesquet( Esa, Peggy Whitson (Nasa) e Oleg Novitsky (Roscosmos) verso la Stazione Spaziale

Alle 20:20 GMT dopo una ascesa in ascensore di 50 mt, gli astronauti prenderanno posto nella  sommità del lanciatore Soyuz, quindi si accenderanno  i motori per spingere il razzo a 1640 km in meno di 10 minuti, in media un aumento di 50km/h  ogni secondo per nove minuti.

Il lanciatore Soyuz offre 26 milioni di cavalli di potenza per raggiungere una velocità orbitale di 28 800 chilometri all'ora, ma il suo viaggio inizia su un treno: il razzo è portato alla piattaforma di lancio in treno per essere spostato in posizione verticale e circondato dalla sua struttura di supporto.

L'arrivo alla piattaforma spaziale in orbita intorno alla Terra è previsto per le ore 22:00 GMT del 19 novembre.


lunedì 14 novembre 2016

Importante ricerca per capire il clima di oggi studiando quello del passato

Antartide, alla ricerca del ghiaccio più antico del pianeta


Glaciologi e climatologi di dieci paesi europei cercano in Antartide il ghiaccio più antico sulla Terra. L’obiettivo è trovare il punto della calotta antartica dal quale estrarre la carota di ghiaccio che permetta di andare più indietro nella storia del pianeta. Tale archivio temporale permetterà di decifrare i processi del sistema climatico del passato, per migliorare le proiezioni su quelli futuri. La Commissione Europea finanzia il progetto 'Beyond Epica – Oldest Ice' (BE-OI) con 2,2 milioni di euro. Coordina l’istituto tedesco Alfred Wegener, Helmholtz Centre for Polar and Marine Research (Awi).




L’Italia partecipa nell’ambito del Programma nazionale di ricerca in Antartide (Pnra) finanziato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), è presente nel consorzio con l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e l’Università di Bologna. Sono coinvolti scienziati di università italiane (Ca’ Foscari Venezia, Firenze e Milano-Bicocca), dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche (Idpa-Cnr) e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
Trovare ghiaccio di un milione e mezzo di anni fa. È questo l’obiettivo di 'Beyond Epica – Oldest Ice' (BE-OI). Per dare l’idea, si pensi che il campione di ghiaccio più antico oggi disponibile risale a 800mila anni fa. Tali carote di ghiaccio contengono particelle di aria che risalgono al momento della loro formazione. Analizzate in laboratorio, rivelano la composizione dell’atmosfera del passato.
Quello che ancora non siamo riusciti a comprendere è perché cambiò il ciclo dei periodi glaciali e interglaciali tra 900mila e 1,2 milioni di anni fa”, spiega Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e direttore dell’Idpa-Cnr.
Prima della cosiddetta transizione di metà Pleistocene, i periodi glaciali e interglaciali si alternavano all’incirca ogni 40mila anni. Da allora invece ogni periodo è durato circa 100mila anni. Questa conoscenza deriva per esempio dall’analisi di campioni di sedimenti, i quali però sono privi di informazioni sui gas presenti nell’atmosfera.



Non possiamo indagare il ruolo dei gas ad effetto serra, perché non abbiamo campioni adeguati per farlo, in quanto gli unici archivi geologici che contengono la composizione chimica dell’atmosfera sono le carote di ghiaccio”, afferma Barbara Stenni, professoressa all’Università Ca’ Foscari Venezia.
Il progetto BE-OI nasce proprio per colmare questa lacuna, con analisi geofisiche, tecnologie di perforazione rapida e datazione del ghiaccio sul campo. Inoltre, le tecnologie di perforazione saranno ulteriormente sviluppate e testate. Il primo lavoro sul campo partirà a breve: in Antartide il glaciologo Massimo Frezzotti (Enea) e i geofisici Stefano Urbini (Ingv) e Luca Vittuari (Università di Bologna), assieme ai colleghi degli altri istituti coinvolti nel progetto, analizzeranno lo spessore dei ghiacci, le loro caratteristiche fisiche e la topografia del basamento roccioso in due differenti siti sia da aereo sia a terra. Lo spessore della calotta glaciale è solo un primo indicatore della presenza di ghiaccio del passato, perché a determinare quanto sono antichi gli strati di ghiaccio sono l’accumulo di neve e i flussi dei ghiacci dal cuore dell’Antartide verso la costa.




Durante studi precedenti abbiamo individuato aree chiave in cui ci aspettiamo di trovare i più antichi archivi di ghiaccio della Terra - spiega il professor Olaf Eisen (Alfred Wegener Institute), coordinatore del progetto – Ora dobbiamo verificarlo ed è importante per noi apprendere più possibile riguardo i processi di deposizione e della dinamica del ghiaccio”.
Oltre a questi interrogativi scientifici, 'Beyond Epica – Oldest Ice' ha l’obiettivo di mettere assieme l’esperienza tecnologica e scientifica necessaria per affrontare questo piano di perforazione profonda, per definire la pianificazione scientifica, la gestione del budget e i finanziamenti. Per generare il massimo avanzamento scientifico, sono coinvolte le più ampie comunità scientifiche europee dedicate alla paleoclimatologia e allo studio dei modelli climatici.

Fonte : c.s. 99/2016 del Cnr