martedì 30 agosto 2016

Un segnale alieno dallo spazio profondo




Il radiotelescopio RATAN-600,  situato in Russia (Zelenchukskay) ai piedi del versante settentrionale dei monti del Caucaso, ha rilevato un forte segnale proveniente da un lontanissimo sistema solare denominato dagli astronomi HD 164.595 che si trova nella costellazione d'Ercole a circa 94,4 anni luce di distanza. In realtà il segnale è stato rilevato per pochi secondi da un solo radiotelescopio lo scorso anno  ma ha destato l'interesse della comunità scientifica fino a coinvolgere la SETI.
SETI, acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre), è un programma dedicato alla ricerca della vita intelligente extraterrestre, abbastanza evoluta da poter inviare segnali radio nel cosmo.



 Il programma si occupa anche di inviare segnali della nostra presenza ad eventuali altre civiltà in grado di captarli (SETI attivo).Il SETI Institute, proposto nel 1960 da Frank Drake (tuttora uno dei suoi direttori), è nato ufficialmente nel 1974. È un'organizzazione scientifica privata, senza scopi di lucro. La sede centrale è a Mountain View, in California.Intanto, con troppo ottimismo, qualcuno ha già parlato di un primo contatto con gli alieni. Prima è il caso però che gli scienziati valutino altre possibilità : tipo quasar o interferenze terrestri ( satelliti).

Parliamo infine delle caratteristiche del segnale stesso.   Le osservazioni sono state fatte con un ricevitore che ha una larghezza di banda di 1 GHz.   Questa è un miliardo di volte più ampia rispetto alle larghezze di banda tradizionalmente utilizzati per SETI, ed è 200 volte più ampia di un segnale televisivo.  La forza del segnale era 0,75 Janskys (simbolo Jy ed  è una unità di misura del flusso e della densità di flusso elettromagnetico )o nel linguaggio comune, "debole".   Se il segnale provenisse da oltre 90 anni luce di distanza quanto dovrebbe essere potente l'ipotetico trasmettitore alieno? Due possibili ipotesi : quella di una trasmissione a 360° nello spazio od una mirata verso il nostro pianeta. In entrambi i casi comunque sarebbe necessaria una quantità di energia enorme compatibile con una civiltà di tipo II.



La scala di Kardašëv è un metodo di classificazione delle civiltà in funzione del loro livello tecnologico, proposta nel 1964 dall'astronomo russo Nikolaj Kardašëv.
Si compone di tre tipi, basati sulla quantità di energia di cui le civiltà dispongono, secondo una progressione esponenziale. L'esistenza delle civilizzazioni descritte è del tutto ipotetica, ma questa scala è stata utilizzata come base di partenza nella ricerca del progetto SETI ed è inoltre richiamata in varie opere di fantascienza.
Tipo I: civiltà in grado di utilizzare tutta l'energia disponibile sul suo pianeta d'origine (secondo i calcoli che Kardašëv aveva proposto inizialmente 4x1012 watt).
Tipo II: civiltà in grado di raccogliere tutta l'energia della stella del proprio sistema solare (4x1026 watt).
Tipo III: civiltà in grado di utilizzare tutta l'energia della propria galassia (4x1037 watt)

La civiltà terrestre si avvia solo ora a conquistare forse il tipo I


lunedì 29 agosto 2016

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ( CNR) ci spiega la sismologia del nostro Paese


Il 24 agosto, un terremoto ha colpito l'Italia centrale, causando la morte di oltre 290 persone e danni ingenti. Le immagini satellitari vengono utilizzati per aiutare le organizzazioni di aiuti di emergenza, mentre gli scienziati hanno cominciato ad analizzare i movimenti della terra.
La penisola italiana è soggetta a terremoti a causa delle linee di frattura create dalla separazione delle placche tettoniche africana ed eurasiatica . La linea di faglia che separa questi due piatti corre a valle delle montagne centrali appenniniche e lungo la costa adriatica d'Italia.





L'analisi delle immagini radar acquisite dai satelliti Sentinel-1A e Sentinel-1B del Programma Europeo COPERNICUS ha consentito ad un team di ricercatori dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA) di ottenere nuove informazioni riguardanti il campo di deformazione del suolo provocato dal Terremoto di Amatrice. 
In particolare, combinando le informazioni ottenute dalle immagini acquisite dalle orbite ascendenti e discendenti dei satelliti Sentinel-1, è stato possibile rilevare sia la componente verticale della deformazione del suolo, sia quella nella direzione Est-Ovest. 
Queste informazioni sono particolarmente importanti per lo studio delle faglie sismogeniche. 

venerdì 26 agosto 2016

La costruzione del terzo ponte sul Bosforo

                                          Fonte : ESA




Questa serie di immagini inviate dal satellite Sentinel-2A descrivono le varie fasi della realizzazione del terzo ponte sul Bosforo in Turchia inaugurato il 26 agosto 2016.

Conosciuto anche come il Yavuz Sultan Selim Bridge, il ponte sospeso è lungo 322 metri,porta  otto corsie autostradali e due linee ferroviarie  ed è sorretto da due torri più alte della Torre Eiffel. Ciliegina sulla torta : è stato costruito dalla ditta italiana Astaldi.

Ed il progetto per realizzare il  ponte sullo stretto che fine a fatto ?
Perchè  queste importanti opere, se  realizzate all'estero sono  di grande rilievo, se proposte in Italia sono così osteggiate ?

giovedì 25 agosto 2016

Quasi pronte le nuove astronavi

Dopo lo Shuttle, Orion


                                               ATV-3


                                                                   ORION

Il 14 gennaio 2004 il presidente George W. Bush annunciò il programma Vision for Space Exploration in cui venivano tracciate le nuove linee guida sull'esplorazione spaziale umana. All'interno del VSE fu annunciata l'intenzione di mettere a punto e testare un nuovo veicolo spaziale, denominato genericamente Crew Exploration Vehicle, che sarebbe divenuto in seguito noto come  Orion per essere  impiegato sia come navetta per la Stazione Spaziale Internazionale, dopo il 'pensionamento' dello Shuttle, sia per trasportare astronauti umani di nuovo alla Luna , per la prima volta dal programma Apollo  e proseguire poi verso Marte e altre destinazioni nel sistema solare .
Il modulo di servizio di Orion si è evoluto, in pratica, dal Veicolo di Trasferimento Automatizzato dell'ESA (ATV) utilizzato cinque volte tra il 2008 e il 2015 per la manutenzione della Stazione Spaziale Internazionale ed Il modulo navicella fornirà  propulsione, energia elettrica, acqua, ossigeno e azoto e controllo termico.


fonte: Airbus DS


Ciò che è visibile nella foto è la struttura primaria che fornisce rigidità al modulo di servizio europeo molto simile alla carrozzeria di un'automobile. Assorbe le vibrazioni e l'energia del  lancio, mentre una struttura secondaria protegge il modulo dalle micrometeoriti e dai detriti spaziali. L'assemblaggio delle migliaia di componenti necessari per costruire il veicolo spaziale  è iniziato il 19 maggio con l'arrivo della struttura primaria che è stata spedita da Torino,  dalla Thales Alenia Space. Nel 2018 tale struttura sarà un elemento del modulo attualmente in costruzione nella sala di montaggio Airbus Difesa e Spazio, Brema, Germania.che sarà lanciato nello spazio, come parte del veicolo spaziale Orion  per la sua prima missione che la porterà a 64 000 km oltre la Luna e ritorno.


Sullo sfondo della foto si vede appeso ad  una parete un poster di dell'ESA Automated Transfer Vehicle (ATV) che è stato anche montato in questa sala a Brema.

martedì 23 agosto 2016

''MERAVIGLIE DELLO STATO DI CHU ''

In esposizioe dal 13 marzo al 25 settembre 2016 presso il Museo Nazionale Atestino di Este (PD), il Museo Archeologico Nazionale di Adria (RO) ed il Museo d’arte orientale di Venezia



Nel millennio che precede l’era cristiana, si affacciano alla storia due grandi civiltà, capaci di proporre manufatti di straordinaria raffinatezza ed una evoluta civiltà: l’Impero Romano ed il regno di Qin, due storie parallele nel tempo ma che si avverano a più di 8 mila chilometri di distanza.Nato come piccolo regno militare, Chu si espanse al punto da diventare, sul finire del Periodo delle Primavere e degli Autunni (770 - 454 a.C.), una vera e propria potenza e visse il suo momento di massimo splendore nel successivo Periodo degli Stati Combattenti (453 - 221 a.C.)

Un accordo tra Italia e Cina, ( Regione Veneto e la Provincia cinese dell' Hubei), consente per la prima volta in Europa di scoprire le testimonianze, della civiltà dell’antico Regno, come successivamente, una Mostra allestita al Museo Provinciale del Hubei, consentirà ai cinesi di avvicinarsi alla grande storia dell 'Impero Romano .A rendere del tutto eccezionale questo progetto è l’esposizione dei “reperti ospiti” dal Museo Provinciale del Hubei accanto alle coeve testimonianze territoriali esposte nei Musei Nazionali Archeologici di Este e di Adria, sedi delle mostre.
L'elevata  qualità e stato di conservazione di reperti archeologici rinvenuti nella provincia di Hubei, cuore dello stato di Chu, testimonia come la supremazia del regno fosse culturale, prima ancora che militare.

Armi e giade che rappresentano i due punti estremi dello Stato di Chu: la supremazia terrena attraverso la guerra e il consenso celeste attraverso l'offerta del bene più prezioso.
Bronzi rituali ding e dui, indicatori della ricchezza e del prestigio della classe nobile. La loro forma, le fantasiose cesellature e le iscrizioni votive sottolineano la grande abilità degli artigiani di Chu, in continuità con la gloriosa tradizione dei bronzi Cinesi fin dalla più profonda antichità.
Lacche straordinarie sono tra gli oggetti più sorprendenti, solo se si pensa che esse sono di legno e che grazie alla laccatura ci sono giunte pressoché intatte dopo oltre due millenni e mezzo.
Persino strumenti musicali, parte di vere e proprie orchestre, sono segno di una padronanza dell’arte musicale senza eguali al mondo nel V secolo a.C. Le campane di bronzo niuzhong e yongzhong costituiscono senza dubbio i reperti più identificati con la cultura dell'epoca. La loro forma del tutto originale e la speciale lavorazione oltre a farne oggetti d'arte in sé sono espressione di eccezionali sperimentate conoscenze nel campo della musica.

Con l’organizzazione di Cultour Active, per la prima volta una Mostra di tesori archeologici sarà completamente rivisitata integrando l’allestimento espositivo in modo dinamico, multimediale e coinvolgendo il pubblico in un’esperienza multisensoriale.

Cellule tumorali geniali ma insidiose: ingannano il sistema immunitario



Le cellule tumorali impediscono al  sistema immunitario di attaccare e quindi distruggere le cellule malate con l'individuazione dell'interruttore( PD-1) che spegne le nostre difese. Questo meccanismo  è stato scoperto grazie ad uno studio dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, condotto insieme al dipartimento di medicina sperimentale dell'Università di Genova e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Allergy and ClinicalImmunology.

identification of a subset of human natural killer cells expressing high levels of programmed death 1: A phenotypic and functional characterization

Silvia Pesce, Marco Greppi, Giovanna Tabellini, Fabio Rampinelli, Silvia Parolini, Daniel Olive, Lorenzo Moretta, Alessandro Moretta, and others

Publication stage: In Press Corrected Proof

Journal of Allergy and Clinical Immunology

Published online: May 27, 2016

''XProgrammed death 1 (PD-1) is an immunologic checkpoint that limits immune responses by delivering potent inhibitory signals to T cells on interaction with specific ligands expressed on tumor/virus-infected cells, thus contributing to immune escape mechanisms. Therapeutic PD-1 blockade has been shown to mediate tumor eradication with impressive clinical results. Little is known about the expression/function of PD-1 on human natural killer (NK) cells.We sought to clarify whether human NK cells can express PD-1 and analyze their phenotypic/functional features .We have identified and characterized a novel subpopulation of human NK cells expressing high levels of PD-1. These cells have the phenotypic characteristics of fully mature NK cells and are increased in patients with ovarian carcinoma. They display low proliferative responses and impaired antitumor activity that can be partially restored by antibody-mediated disruption of PD-1/programmed death ligand interaction.''.........



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domenica 21 agosto 2016

L'arrivo dell'inverno ci proteggerà da ''Zika'' ?




Zika è un virus a RNA della famiglia Flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1947 da un primate in Uganda, nella Foresta Zika,da qui il nome. Negli ultimi anni si è poi diffuso in tutti i continenti, Europa inclusa, facilitato, anche,dalla trasmissione tramite numerose zanzare del genere Aedes, negli ambienti equatoriali in particolare da Aedes aegypti. La paura per un possibile estendersi del contagio deriva dal fatto che anche la comunissima' zanzara tigre' appartiene al genere Aedes, tuttavia non esistono ancora casi documentati di trasmissione del virus da parte di questa zanzara in Europa.

Negli esseri umani provoca una malattia nota come "zika" o febbre Zika. Il virus è strettamente correlato a quelli che provocano la dengue, la febbre gialla, l'encefalite del Nilo occidentale e l'encefalite giapponese, tutti trasmessi principalmente da punture di insetto. È inoltre verosimile la possibilità di contagio materno-fetale, essendo stato trovato il virus all'interno della placenta e nel liquido amniotico di malate gravide, con conseguenti effetti teratogeni ( alterazioni mostruose) segnalati sull'embrione, soprattutto nel I trimestre di gravidanza.

Intanto però, negli USA, si sono già verificati casi di contagio nel quartiere Wynwood a Miami, dove si era verificata la trasmissione del virus attraverso le zanzare. Questo ha comunicato in questi giorni il 'Centers for Disease Control and Prevention' (un importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d'America) invitando le donne incinte ad evitare la zona di Miami Beach.

Come altre specie, soltanto le femmine di zanzara tigre hanno bisogno di un pasto di sangue per la produzione delle uova. In inverno questi fastidiosi insetti non dovrebbero pungere poichè il sangue che succhiano è necessario a portare a termine la fecondazione delle uova ma, non essendoci riproduzione durante l'inverno, non dovrebbero esserci punture. A parte qualche isolato tipo di Zanzara tigre ritardataria che sopravvive addirittura fino a dicembre-primi di gennnaio, mesi in cui è stato documentato possano ancora deporre, clima permettendo ovviamente
Statistiche

venerdì 19 agosto 2016

AggiornamentI della pagina I VIDEO

-La  risposta dopo Chernobyl

Le 10 atlete più belle a RIO 2016

Scienza Spaziale: tutto inizia da qui

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Aggiornamento della pagina NOVITA' SCIENTIFICHE

Sterilizzare l'acqua con la luce solare

Un team di ricercatori americani ha sviluppato una nanostruttura che sfrutta tutto lo spettro visibile della luce solare

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giovedì 18 agosto 2016

Il segnale più lontano mai ricevuto dall'ESA


Contatori visite gratuiti
Cassini–Huygens è una missione robotica interplanetaria congiunta NASA/ESA/ASI, lanciata il 15 ottobre 1997 con il compito di studiare il sistema di Saturno, comprese le sue lune e i suoi anelli. La sonda si compone di due elementi: l'orbiter Cassini della NASA e il lander Huygens dell'ESA.
Cassini è la prima sonda ad essere entrata nell'orbita di Saturno, il 1º luglio 2004 (ore 04:12 GMT), e solo la quarta ad averlo visitato (prima della Cassini erano già passate la Pioneer 11 e le Voyager 1 e 2). Il 25 dicembre 2004 la sonda Huygens si è separata dalla nave madre e si è diretta verso la principale luna di Saturno, Titano. Il 14 gennaio 2005 Huygens è scesa nell'atmosfera del satellite e durante la corsa ha raccolto dati sull'atmosfera, immagini della superficie, rumori dall'ambiente circostante. Ha toccato il suolo dopo una discesa di 2 h e 30 m ed ha poi continuato a trasmettere il suo segnale per altri 90 minuti.

L'orbiter Cassini prende il nome dall'astronomo italiano Gian Domenico Cassini che, verso la fine del Seicento, ebbe un ruolo di primaria importanza nello studio di Saturno e dei suoi anelli. Il lander Huygens prende il nome dall'astronomo olandese del XVII secolo Christiaan Huygens che utilizzando il proprio telescopio scoprì Titano.



Questa immagine mostra stazione New Norcia come si è visto nel 2014 da Dylan O'Donnell, un fotografo dilettante con sede a Byron Bay, Australia (il blob di luce apparentemente in bilico sopra l'antenna è un manufatto di luce, 'lens flare').


'Il 10 agosto 2016, la stazione dell'ESA  a New Norcia, Australia Occidentale, che ospita  un'antenna parabolica di 35 m di diametro e 630 tonnellate  di peso  per l'ascolto di segnali provenienti dallo spazio profondo, ha captato i segnali trasmessi da Cassini orbiter della NASA  in orbita intorno a  Saturno distante 1,44 miliardi di km dalla Terra .

"Questa è stata la recezione più lontana in assoluto per una stazione dell' ESA  ed i segnali radio , che viaggiano alla velocità della luce, hanno impiegato 80 minuti per coprire questa grande distanza", dice Daniel Firre, responsabile del supporto Cassini radio scienza presso l'ESOC, operazioni dell'ESA Center di Darmstadt, in Germania.
La ricezione del segnale è  parte di una serie di test per preparare diverse stazioni ESA per supportare le indagini scientifiche di Cassini  che si prevede di iniziare entro la fine nel 2016.''

Copyright ESA / D. O'Donnell






Contatori visite gratuiti

mercoledì 17 agosto 2016

Una gita in Olanda in ottobre per visitare ESTEC

Domenica 2 ottobre sarà visitabile al pubblico il Centro Spaziale Europeo Ricerca e Tecnologia ( ESTEC ) a Noordwijk (Olanda), sulla costa del Mare del Nord, il più grande stabilimento dell'ESA, focalizzato sulla tecnologia in via di sviluppo, pianificazione delle missioni e test dei satelliti.

Questo evento annuale si svolge come parte del ' Weekend della scienza' olandese e  come' Settimana Mondiale dello Spazio'.Per il pubblico ci sarà cosi' la possibilità di esplorare la grande struttura , incontrare gli astronauti, scienziati e progettisti di missioni e vedere mostre speciali e modelli in scala reale di veicoli spaziali.

Tutti i visitatori devono prenotare per ottenere l'ingresso sull' Open Day. Per registrarti, clicca qui .




Un modello in scala reale della ERS-1 satellite di osservazione della Terra, lanciata nel 1991, è posizionato a destra nella foto

Fonte:ESA

A Firenze : ‘’ Uscio e bottega. Residenza e galleria dei Medici nel Cinquecento’’

Il museo di Palazzo Vecchio e gli Uffizi per la prima volta uniti in un unico percorso, grazie a un’iniziativa rivolta ai bambini delle scuole fiorentine. Riguarderà i ragazzi delle classi quarte e quinte della scuola primaria e le prime della secondaria di primo grado. In pratica ogni lunedì, nel giorno di chiusura della Galleria, sono previsti due laboratori (uno la mattina e uno al pomeriggio) di due ore e mezzo ciascuno che inizieranno a Palazzo Vecchio e si concluderanno agli Uffizi. A Palazzo Vecchio gli studenti approfondiranno la vita dei Medici, dai loro appartamenti al Salone dei Cinquecento, mentre agli Uffizi potranno approfittare del museo chiuso per visitare in tutta tranquillità – e in versione “esclusiva” – il Primo Corridoio con le sue sale afferenti e laTribuna.

Il progetto sarà inserito nelle “Chiavi della città” e servirà ad approfondire arte, storia e consuetudini della corte medicea del XVI secolo. È sempre un dispiacere, infatti, trovare le porte sbarrate tra due palazzi che invece anticamente erano stati uniti. Diamo avvio così a una sperimentazione che sarà introdotta a partire dal prossimo ottobre, grazie a cui per la prima volta apriamo queste porte e ci auguriamo che sia il preludio di una collaborazione sempre più proficua e sempre più stretta tra Comune (Palazzo Vecchio) e Ministero dei beni culturali (Uffizi).




lunedì 15 agosto 2016

Quando il cosmo ci fa sentire piccini, piccini.

Buon ferragosto !





Questa drammatica esplosione di colori mostra un oggetto cosmico con una storia altrettanto drammatica. Avvolta tra fluttuanti nubi di gas e polveri che formano una nebulosa conosciuta come M1-67, si trova una stella luminosa di nome Gallina 2-427, altrimenti nota come WR 124.

Si tratta di una stella Wolf-Rayet, un raro tipo di stella nota per avere temperature di superficie molto elevate, oltre 25 000ºC ( paragonati ai 5500ºC del Sole )e la massa enorme. WR-124 è responsabile della creazione dell'intera nebulosa, fotografata in dettaglio bella dalla NASA / ESA per mezzo del Hubble Space Telescope . La stella  ha  prodotto il materiale che comprende M1-67 nello spazio circa 10 millenni fa - forse in molteplici esplosioni - in modo da formare un anello in espansione di materiale espulso.

Da allora, la stella  ha continuato a inondare la nebulosa con enormi ciuffi di gas e radiazioni ionizzanti attraverso i suoi forti venti stellari, modellando la sua evoluzione. M1-67 è più o meno a forma di anello, ma manca di una struttura chiara , è essenzialmente una collezione di grandi, enormi, nodi di gas surriscaldato tutti raggruppati attorno ad una stella centrale.
Gallina 2-427 e M1-67 si trovano a 15 000 anni luce di distanza nella costellazione della Sagitta (freccia). Questa immagine utilizza i dati nella luce visibile raccolti da Wide Field Planetary Camera 2 di Hubble, ed è stata pubblicata nel 2015 .


Fonte:  ESA

giovedì 11 agosto 2016

Aggiornamenti sul sito di atterraggio di Schiapparelli



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Tumore alla cervice: più precoce la diagnosi con nuovi strumenti




Il tumore alla cervice è il secondo tipo più diffuso di cancro tra le donne, subito dopo quello alla mammella, ed è tra le maggiori cause di mortalità femminile. Alla base della malattia, un aumento della sintesi di proteine, lipidi e acidi nucleici, pre-condizione per la rapida proliferazione delle cellule tumorali.

Per studiare nel dettaglio come captare precocemente questi primi segni, un gruppo di ricerca italo-britannico, che coinvolge l’Istituto di struttura della materia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ism-Cnr) di Roma Tor Vergata, ha impiegato per la prima volta presso Daresbury (Inghilterra) lo Scanning near-field optical microscopy (Snom), un microscopio ottico a scansione a campo vicino, insieme con un Infrared free electron laser (Ir-Fel), un laser a elettroni liberi a raggi infrarossi. La ricerca è pubblicata su Scientific Reports.

Siamo riusciti a dimostrare che la combinazione del microscopio con il laser a raggi infrarossi permette di distinguere il tessuto sano da quello dove è presente il carcinoma fin dal primissimo insorgere della malattia e fornisce informazioni chimiche importanti per il rilevamento di anomalie delle cellule del collo dell’utero e per la diagnosi del cancro a risoluzioni spaziali anche minime, oltre gli 0.2 micron”, spiega Antonio Cricenti, ricercatore di Ism-Cnr.La tecnica Snom-Ir-Fel, di estrema precisione, può essere utilizzata per identificare la posizione all’interno delle cellule di biomarcatori, molecole che permettono di individuarle e isolarle, portando ad una maggiore comprensione dello sviluppo del cancro e consentendo di identificare le esatte posizioni nelle quali agire con la terapia”.

Le capacità dello strumento, però, non si fermano qui. “Il microscopio Snom, sviluppato presso l’Ism-Cnr di Roma Tor Vergata, è stato incorporato anche ad un microscopio ottico invertito, che utilizza una sorgente di luce dall’alto anziché dal basso come nel consueto microscopio, per individuare cellule specifiche di interesse sul campione. La combinazione delle due tecnologie ha permesso allo Snom di scansionare e ottenere le immagini delle cellule cervicali catturate dal microscopio invertito”, conclude il ricercatore.

Il progetto, finanziato in Gran Bretagna dal Science and Technology Facilities Council (Stfc) negli ultimi cinque anni, sarà presto seguito da una nuova programmazione, appena approvata dall’Engineering and Physical Sciences Research Council (Epsrc), indirizzata alla costruzione di un’altra sorgente infrarossi.

fonte: cnr

martedì 9 agosto 2016

Un piccolo organismo per prevenire la morte dei neuroni

Uno studio dell’Ibbr-Cnr di Napoli ha permesso di analizzare, in vivo, gli eventi che precedono la morte neuronale, alla base di malattie come la Sma (Atrofia mscolare spinale). Fondamentale l'intercambiabilità tra alcuni meccanismi genetici umani e del Caenorhabditis elegans.La ricerca è stata pubblicata su Humanmolecular genetics.

L’atrofia muscolare spinale (Sma) è una malattia neurodegenerativa rara  che colpisce le cellule nervose delle corna anteriori del midollo spinale da cui partono i nervi diretti ai muscolie che trasmettono i segnali motori (detti anche motoneuroni). E' tra le più comuni cause di mortalità infantile, colpendo un neonato ogni 6.000-10.000 in tutto il mondo. È caratterizzata dalla morte di alcuni neuroni motori del midollo spinale ed è causata dalla mancanza del gene Smn1 il cui ruolo è quello di codificare la proteina di sopravvivenza dei motoneuroni.  Non esiste  ancora per questa malattia una terapia efficace, per questo sono di fondamentale importanza gli studi di ricerca di base su questo gene . Ricercatori dell’Istituto di bioscienze e biorisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibbr-Cnr) di Napoli hanno analizzato, per la prima volta, gli eventi iniziali che accadono durante la morte neuronale quando manca il gene Smn1.



I nostri studi ci hanno permesso di dimostrare che la mancanza di Smn1 scatena un meccanismo di morte programmata, chiamata apoptosi”, spiega Elia Di Schiavi dell’Ibbr-Cnr, morte che, però, può essere contrastata in vari modi. “Abbiamo dimostrato l’intercambiabilità tra il gene umano e quello di Caenorhabditis elegans, un verme nematode, lungo circa 1 mm, che vive nel suolo, in regioni temperate e costituisce un importante modello genetico per l’analisi dei processi neuro-degenerativi. Attraverso la sostituzione del gene di C. elegans con quello umano siamo riusciti infatti a prevenire la morte dei neuroni. Inoltre, è stato possibile prevenire la neuro-degenerazione utilizzando un farmaco, l’acido valproico, già impiegato in trials clinici su pazienti affetti da Sma. Studiare quello che succede in C. elegans ha quindi un impatto ed è rilevante anche per capire la funzione del gene umano, la cui mancanza provoca la Sma”.


Lo studio mostra però altri modi per evitare la neuro-degenerazione nel C. elegans. “Per prevenire la morte neuronale gioca un ruolo importante anche un altro gene, Plastin3, la cui presenza permette in parte di scongiurare la morte dei neuroni”, prosegue il ricercatore dell’Ibbr-Cnr. “Questi esperimenti spiegano a livello molecolare il dato clinico secondo cui i pazienti che dispongono di maggiori quantità di Plastin3 hanno una forma meno grave della malattia”.
C. elegans, seppur evolutivamente distantissimo dall’uomo, possiede molti geni che svolgono una funzione simile nell’essere umano”, conclude Di Schiavi. La nostra ricerca ci ha permesso di scoprire che tra questi geni che hanno una conservazione funzionale c’è anche il gene Smn1”.
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martedì 2 agosto 2016

Gli antibiotici sono un presidio prezioso contro le infezioni batteriche ma sono inutili nel caso di infezioni esclusivamente virali



I risultati di una recente ricerca realizzata da studiosi della Standford University School of Medicine pubblicata in luglio sulla rivista Science Translational Medicine sembrano alimentare questa speranza

Robust classification of bacterial and viral infections via integrated host gene expression diagnostics

Timothy E. Sweeney1,2,*, Hector R. Wong3,4 and Purvesh Khatri1,2,*
Science Translational Medicine  06 Jul 2016:
Vol. 8, Issue 346, pp. 346ra91

Abstract
''Improved diagnostics for acute infections could decrease morbidity and mortality by increasing early antibiotics for patients with bacterial infections and reducing unnecessary antibiotics for patients without bacterial infections. Several groups have used gene expression microarrays to build classifiers for acute infections, but these have been hampered by the size of the gene sets, use of overfit models, or lack of independent validation. We used multicohort analysis to derive a set of seven genes for robust discrimination of bacterial and viral infections, which we then validated in 30 independent cohorts. We next used our previously published 11-gene Sepsis MetaScore together with the new bacterial/viral classifier to build an integrated antibiotics decision model. In a pooled analysis of 1057 samples from 20 cohorts (excluding infants), the integrated antibiotics decision model had a sensitivity and specificity for bacterial infections of 94.0 and 59.8%, respectively (negative likelihood ratio, 0.10). Prospective clinical validation will be needed before these findings are implemented for patient care.''




L'interessante ricerca sembra avere trovato il semplice modo ( analisi del sangue) di valutare se  un paziente è affetto da infezione batterica o virale. Un dato fondamentale per la successiva scelta terapeutica del medico curante . E' ormai noto a tutti che gli antibiotici uccidono i batteri ma non riescono a bloccare la replicazioe virale, anzi l'utilizzo dell'antibiotico durante un'infezione virale può favorire la comparsa di ceppi batterici resistenti. Il test ideato da un gruppo di ricercatori della Stanford  University Scholl of  Medicine si basa sulla diversa risposta immunitaria dei batteri e dei virus che attivano diversamente sette geni producendo quantità diverse di specifice molecole.

Calcolando il preciso numero di molecole prodotte  nel sangue del paziente, il test è in grado di dire, dopo circa sei ore, se l'infezione è batterica o virale.
Questo test permetterà così al medico di non somministrare antibiotici inutili e dannosi, per le possibili resistenze, a pazienti affetti da esclusive  infezioni virali. Se però si tratta di un'infezione batterica grave le sei ore impiegate per il test possono essere troppe. Per questo motivo i ricercatori stanno studiando  test che diano una risposta in un'ora.