domenica 29 maggio 2016

Dall'ambone al pulpito


                               Pisa: ambone di Giovanni Pisano (1311) di forma ottagonale

Nelle chiese cristiane, l'ambone è la struttura sopraelevata dalla quale vengono proclamate le letture.È una tribuna in marmo, pietra o legno, chiusa da tre lati da un parapetto, aperto su una scala nel quarto lato. Nelle chiese paleocristiane e romaniche si avevano due amboni ai lati dell'altare per la lettura, in quello di destra, generalmente più piccolo, dell'Epistola, in quello di sinistra, del Vangelo.

Si differenzia dal pulpito, presente nelle chiese a partire dal XIV secolo circa: il pulpito era più alto e soprattutto, essendo destinato solo alla predicazione (che a partire dal Medioevo non era più considerata un momento organico della celebrazione liturgica, bensì un momento di istruzione del popolo), non si trovava nel presbiterio, bensì nella navata o addirittura all'esterno della chiesa

In questi giorni si è svolto in Toscana un convegno internazionale itinerante in cinque tappe (Barga (19 maggio 2016), Pisa (20 maggio), Pistoia (21 maggio), Siena (27 maggio) e Firenze (28 maggio) dal titolo «E la parola si fece bellezza» per approfondire e fare conoscere  la storia artistica degli amboni  e la loro funzione. L'iniziativa è partita da Barga ( LU) dove dal 2013 è nato il Centro Ecumenico di Arte e Spiritualità Mount Tabor.


sabato 28 maggio 2016

Francesco Clemente in mostra a Siena


''FIORI D’INVERNO A NEW YORK'' a cura di Max Seidel con la collaborazione di Carlotta Castellani

                                           Francesco Clemente, Tree of Life, 2013-2014, tecnica mista su tela. Collezione privata

Mercoledì 29 giugno si apre, presso il complesso museale Santa Maria della Scala, la mostra di Francesco Clemente che rende omaggio a Siena. La città, già nel 2012, ha dimostrato un vivo interesse per la sua arte con la prestigiosa nomina per l’esecuzione del drappellone del Palio ed in seguito a tale collaborazione l’artista ha realizzato dieci opere inedite, suddivise in due cicli distinti, da esporre qua su invito di Max Seidel. Si tratta di dieci tele di grande formato realizzate dal pittore napoletano a New York a partire dal 2010 ed esposte per la prima volta a Siena.
La serie dei “Fiori d’inverno a New York” è costituita da cinque opere che hanno impegnato l’artista per più di cinque anni (2010-2016). Questo ciclo nasce in collaborazione con la moglie dell’artista, Alba Primiceri, nota attrice e coreografa, la quale ha scelto alcuni fiori presenti a New York nei mesi invernali che hanno costituito la base per una rielaborazione pittorica da parte di Francesco Clemente, contraddistinta dall’accurata selezione dei pigmenti di origine vegetale utilizzati per ciascun lavoro.

Come afferma Daniele Pittèri, direttore del complesso museale Santa Maria della Scala di Siena: "Quando penso a Francesco Clemente penso alla pelle. Le sue opere mi hanno sempre rimandato l'idea di poggiare su superfici sensibili. Segni leggeri eppure simbolicamente densi, anche quando autoritraggono l'artista, piccoli graffi sull'epidermide, tracce che entrano dentro invadendo un poco alla volta il corpo. Quando mi è stata proposta "Fiori d'inverno a New York", senza ancora vedere le opere, ho provato nuovamente questa sensazione di pervasione sensibile e mi è piaciuta l'idea di ospitarle al Santa Maria della Scala, che è un luogo sì di memoria, ma anche un luogo vivo e pulsante, un grande organismo che informa con il suo solo esistere un intero territorio".

Sono presenti in mostra anche le opere della serie  intitolata “l’Albero della vita” che rappresenta la summa del linguaggio adottato dall'artista fin dai suoi esordi, con riferimenti ad alcuni motivi presenti nella sua produzione e collegati al tema del ciclo della vita. L’iconografia di Clemente attinge liberamente dalle fonti più svariate come la mitologia classica, il buddhismo, la storia e la letteratura orientali e l’immaginario contemporaneo, ma in essa è particolarmente evidente l’interesse per le tradizioni contemplative dell’India, paese dove l’artista ha vissuto per lunghi periodi fin dai primi anni Settanta e dove continua a soggiornare per molti mesi l’anno.

La mostra, promossa e organizzata dal Comune di Siena, è realizzata in collaborazione con Opera Gruppo-Civita e rimarrà visibile al pubblico fino al  2 ottobre 2016. Il catalogo, curato dall’editore Sillabe s.r.l., è accompagnato da una presentazione di Daniele Pittèri, da una intervista di Max Seidel all’artista e da un testo di Carlotta Castellani.

Fonte : Ufficio Stampa

Francesco Clemente in mostra a Siena


''FIORI D’INVERNO A NEW YORK'' a cura di Max Seidel con la collaborazione di Carlotta Castellani

                                           Francesco Clemente, Tree of Life, 2013-2014, tecnica mista su tela. Collezione privata

Mercoledì 29 giugno si apre, presso il complesso museale Santa Maria della Scala, la mostra di Francesco Clemente che rende omaggio a Siena. La città, già nel 2012, ha dimostrato un vivo interesse per la sua arte con la prestigiosa nomina per l’esecuzione del drappellone del Palio ed in seguito a tale collaborazione l’artista ha realizzato dieci opere inedite, suddivise in due cicli distinti, da esporre qua su invito di Max Seidel. Si tratta di dieci tele di grande formato realizzate dal pittore napoletano a New York a partire dal 2010 ed esposte per la prima volta a Siena.
La serie dei “Fiori d’inverno a New York” è costituita da cinque opere che hanno impegnato l’artista per più di cinque anni (2010-2016). Questo ciclo nasce in collaborazione con la moglie dell’artista, Alba Primiceri, nota attrice e coreografa, la quale ha scelto alcuni fiori presenti a New York nei mesi invernali che hanno costituito la base per una rielaborazione pittorica da parte di Francesco Clemente, contraddistinta dall’accurata selezione dei pigmenti di origine vegetale utilizzati per ciascun lavoro.

Come afferma Daniele Pittèri, direttore del complesso museale Santa Maria della Scala di Siena: "Quando penso a Francesco Clemente penso alla pelle. Le sue opere mi hanno sempre rimandato l'idea di poggiare su superfici sensibili. Segni leggeri eppure simbolicamente densi, anche quando autoritraggono l'artista, piccoli graffi sull'epidermide, tracce che entrano dentro invadendo un poco alla volta il corpo. Quando mi è stata proposta "Fiori d'inverno a New York", senza ancora vedere le opere, ho provato nuovamente questa sensazione di pervasione sensibile e mi è piaciuta l'idea di ospitarle al Santa Maria della Scala, che è un luogo sì di memoria, ma anche un luogo vivo e pulsante, un grande organismo che informa con il suo solo esistere un intero territorio".

Sono presenti in mostra anche le opere della serie  intitolata “l’Albero della vita” che rappresenta la summa del linguaggio adottato dall'artista fin dai suoi esordi, con riferimenti ad alcuni motivi presenti nella sua produzione e collegati al tema del ciclo della vita. L’iconografia di Clemente attinge liberamente dalle fonti più svariate come la mitologia classica, il buddhismo, la storia e la letteratura orientali e l’immaginario contemporaneo, ma in essa è particolarmente evidente l’interesse per le tradizioni contemplative dell’India, paese dove l’artista ha vissuto per lunghi periodi fin dai primi anni Settanta e dove continua a soggiornare per molti mesi l’anno.

La mostra, promossa e organizzata dal Comune di Siena, è realizzata in collaborazione con Opera Gruppo-Civita e rimarrà visibile al pubblico fino al  2 ottobre 2016. Il catalogo, curato dall’editore Sillabe s.r.l., è accompagnato da una presentazione di Daniele Pittèri, da una intervista di Max Seidel all’artista e da un testo di Carlotta Castellani.

Fonte : Ufficio Stampa

venerdì 27 maggio 2016

Schmidt paga la multa alla Polizia Municipale

Dopo aver ricevuto, oggi pomeriggio verso le ore 18, un verbale di accertamento e contestazione per una presunta violazione di un articolo del Codice della strada poiché “effettuava pubblicità fonica a mezzo altoparlanti posizionati sotto il loggiato degli Uffizi, privo della prescritta autorizzazione”, il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, comunica che domani mattina pagherà la multa di 295 euro. 





Invece di investire tempo ed energie per capire se abbiamo commesso un errore amministrativo nell’intraprendere la nostra iniziativa contro il bagarinaggio – afferma Schmidt -, quel che conta è un’altra cosa: bisogna stare uniti nel combattere gli illeciti e nel difendere il nostro patrimonio culturale. Proprio stanotte ricordiamo con il Sindaco le cinque vittime dell’attentato di via dei Georgofili, episodio sanguinoso della recente storia fiorentina che ci ammonisce e ci rammenta quanto sia fondamentale far fronte comune a qualsiasi tipo di criminalità”.


Schmidt paga la multa alla Polizia Municipale

Dopo aver ricevuto, oggi pomeriggio verso le ore 18, un verbale di accertamento e contestazione per una presunta violazione di un articolo del Codice della strada poiché “effettuava pubblicità fonica a mezzo altoparlanti posizionati sotto il loggiato degli Uffizi, privo della prescritta autorizzazione”, il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, comunica che domani mattina pagherà la multa di 295 euro. 





Invece di investire tempo ed energie per capire se abbiamo commesso un errore amministrativo nell’intraprendere la nostra iniziativa contro il bagarinaggio – afferma Schmidt -, quel che conta è un’altra cosa: bisogna stare uniti nel combattere gli illeciti e nel difendere il nostro patrimonio culturale. Proprio stanotte ricordiamo con il Sindaco le cinque vittime dell’attentato di via dei Georgofili, episodio sanguinoso della recente storia fiorentina che ci ammonisce e ci rammenta quanto sia fondamentale far fronte comune a qualsiasi tipo di criminalità”.


Esiste già'' il batterio degli incubi'' ?

The Independent è un quotidiano britannico online. Fondato nel 1986 come giornale cartaceo, dall'aprile 2016 esce esclusivamente in edizione digitale.
L' articolo pubblicato in questi giorni su questo giornale dal titolo :

Superbug resistant to 'antibiotic of last resort' found in US

'It basically shows us that the end of the road isn't very far away for antibiotics'
di Lena H. Sun and Brady Dennis 

ci mette davvero paura.



In estrema sintesi  dice che per la prima volta e' arrivato negli Stati Uniti un super-batterio resistente a qualsiasi tipo di antibiotici, perfino al 'colistin' che è l'ultima generazione di questo tipo di farmaci.
A lanciare l'allarme gli scienziati del Dipartimento alla Difesa Usa, che hanno individuato la specie di 'escherichia coli' nelle urine di una donna della Pennsylvania con un così elevato livello di resistenza, spiega il rapporto pubblicato sulla rivista della Societa' americana di microbiologia 'Antimicrobial Agents and Chemotherapy' .

Questo particolare agente patogeno è stato definito dagli esperti "il batterio degli incubi", che in alcuni casi può arrivare ad uccidere il 50% delle persone che ne vengono contagiate. A novembre scorso, la preoccupazione degli scienziati mondiali era scattata quando ricercatori cinesi ed inglesi avevano trovato batteri del ceppo resistente a 'colistin' in maiali ed in alcune persone in Cina. Il ceppo letale di escherichia coli, spiegano i media Usa,  è stato successivamente individuato in altre zone dell'Europa.
Le autorità sanitarie della Pennsylvania stanno contattando familiari e conoscenti per accertare che l'infezione non si sia diffusa





giovedì 26 maggio 2016

La conquista dello spazio interstellare con le astronavi '' a vele solari''

''Breakthrough Starshot'' è una proposta di progetto spaziale, finanziata con 100 milioni di dollari dal miliardario russo Yuri Milner e presentata con il sostegno dell'astrofisico Stephen Hawking e del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che prevede un viaggio di 20 anni nello spazio interstellare alla ricerca di E.T. con una flotta di astronavi a vele solari spinte da laser e dirette alla stella più vicina, Alpha Centauri. 

Alla base di questa fantascientifica missione spaziale c'è l'idea della vela solare, piccole astronavi leggerissime ed equipaggiate con micro-dispositivi elettronici e una piccola vela, in grado di viaggiare nello spazio utilizzando la luce come forma di propulsione.

In pratica le piccole astronavi sono lanciate in orbita come al solito con un razzo, quindi raggiunta l'orbita che viene ritenta più idonea e aperte le vele, potrebbero ricevere una 'spinta' da un fascio di laser molto concentrato, sparato da Terra. In questo modo le piccole astronavi (StarChip)potrebbero essere capaci di effettuare un viaggio fino al sistema stella di Alpha Centauri, distane 4.37 anni luce ad una velocità tra il 15% ed 20%di quella della luce nel vuoto, impiegando così dai 20 a 30 anni per raggiungerla e circa 4 anni per inviare verso il pianeta Terra le documentazioni raccolte.
t

A guidare questo progetto di ricerca e di ingegneria, annunciato il 12 aprile 2016, potrebbe essere Pete Worden, ex direttore del Centro di ricerca Ames della Nasa, andato in pensione nel 2015.

 Proposto il lancio nel 2069, a un secolo dallo sbarco sulla Luna

mercoledì 25 maggio 2016

Una macchina fotografica installata nel 2003 sul Mars Express funziona oggi come Mars Webcam

Una copia della VCM ( Mars webcam) installata a bordo della Mars Express





La Mars Express è una sonda dell'Agenzia Spaziale Europea lanciata il 2 giugno 2003 per studiare il pianeta Marte. dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan usando un lanciatore Sojuz. Il nome Express deriva dal ridotto tempo necessario alla stessa per raggiungere il pianeta rosso. Infatti era da 60.000 anni che i due pianeti non erano così vicini.La sonda è composta dal modulo Mars Express Orbiter e dal lander Beagle 2 progettato per studiare la geologia del pianeta e l'eventuale presenza di vita.

 A bordo , oltre una vasta serie di strumenti per l'analisi ed il controllo, c'è una semplice macchina fotografica, a bassa risoluzione per fornire una conferma visiva che il suo lander Beagle 2 si era separato. Una volta che è stato fatto, la fotocamera è stata spenta ma nel 2007, i controllori di volo dell'ESA l'hanno accesa di nuovo per vedere se funzionava ancora ed eventualmente usarla per scopi didattici.  Il suo ampio campo visivo fornisce immagini globali del pianeta rosso, in pratica sta funzionando da webcam da Marte.

Nuove proteine fatte in laboratorio: prove di ''creazione''?

La biochimica statunitense Frances Arnold, del California Institute of Technology (Caltech), nel suo laboratorio 'gioca a dadi' con l'evoluzione e crea nuove proteine, i mattoni della vita.
                                                                                                  Frances Arnold

Per questo ha ricevuto il Millennium Technology Prize 2016,il premio internazionale per l'innovazione tecnologica che ha il prestigio di un Nobel e il valore di un milione di euro. Inoltre, come valore aggiunto, è la prima volta che tale premio è assegnato ad una donna.
Le sue eccezionali  ricerche hanno permesso di riprodurre in laboratorio  i processi casuali che avvengono in natura e permettono le mutazioni del Dna che tavolta possono generare proteine nuove, alcune delle  possono tornare utili nello sviluppo di farmaci, così come nella produzione di biocarburanti e nella chimica verde.

Il premio viene assegnato ogni due anni dall'ente indipendente finlandese Technology Academy Finland (Taf) e tra i vincitori ci sono Tim Berners-Lee, al quale si deve la nascita del World Wide Web, l'inventore dei Led blu e bianchi, Shuji Nakamura, e il pioniere delle cellule staminali, Shinya Yamanaka.

Il premio 2016 è stato consegnato ad Arnold durante una cerimonia in Finlandia, a Helsinki, come riconoscimento per i suoi studi pionieristici che hanno aperto la strada alla cosiddetta 'evoluzione diretta', una riproduzione in laboratorio dell'evoluzione naturale finalizzata alla creazione di nuove proteine di migliore qualità.


Inizia la concorrenza alla natura ?

La digitalizzazione in 3D del patrimonio archeologico lapideo

E' stato firmato un accordo tra le Gallerie degli Uffizi e l’Università dell’Indiana (USA) per la digitalizzazione in 3D dell’intero patrimonio lapideo archeologico greco e romano degli Uffizi, dei musei di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli. 


Saranno realizzati così entro il 2020 i modelli in 3D di circa 1260 opere d'arte tra sculture, are e sarcofagi, ovvero oggetti lapidei che vanno da II secolo avanti Cristo al IV secolo dopo Cristo e che costituiscono la più ampia collezione di marmi antichi di un museo statale italiano non romano. 
La collezione di lapidei comprende capolavori dell'arte statuaria greca (come l’Alessandro morente, la Venere Medici, il Guerriero inginocchiato e il Cinghiale) e romana (come il gruppo dei Niobidi e l’Arianna dormiente che si trova nella Sala 35 della Galleria dedicata a Michelangelo) raccolta principalmente dalla famiglia dei Medici a partire dal XV secolo  e incrementata successivamente anche dai Lorena fino agli inizi del XIX secolo.
                                               Arianna dormiente, scultura romana, II secolo d.C.

La scansione sistematica del patrimonio scultoreo antico degli Uffizi – ha affermato Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, aprirà prospettive completamente nuove per la ricerca, in quanto permetterà ricostruzioni virtuali delle policromie, integrazioni e restauri virtuali con una precisione finora impensabile. Non solo: essa permetterà un'accessibilità e una fruizione globale, e perfino un rilevamento così particolareggiato da fungere praticamente come 'copia di sicurezza' delle statue antiche”.
Questo è un progetto storico e altamente ambizioso - ha dichiarato il Presidente dell’Università dell'Indiana Michael A. McRobbie, uno di quelli che genererà opportunità senza confronti per gli studiosi, grazie ad una delle istituzioni culturali leader nel mondo e alle sue leggendarie collezioni. La profonda conoscenza dell’Università in materia di arte antica, assieme alla nostra expertise tecnologica, costituiranno un sicuro vantaggio, che porterà alla luce, anche dal punto di vista virtuale, una collezione di antichità classiche in grado di ispirare alcuni dei più grandi geni della storia dell'arte occidentale”.



                                                                            – Riprese in fotogrammetria

Il progetto sarà coordinato da Bernard Frischer, professore di Informatica dell’Università dell’Indiana, direttore del Virtual World Heritage Laboratory dell'Università ed esperto di archeologia virtuale e da Fabrizio Paolucci curatore delle antichità classiche delle Gallerie degli Uffizi.
All’operazione forniranno il loro sostegno anche il Politecnico di Milano, con un team guidato dal professor Gabriele Guidi (per l’ambito tecnico) e l’Università di Firenze con un gruppo di lavoro coordinato dal professor Paolo Liverani (per l’ambito umanistico).


                                                                                – Riprese in fotogrammetria

Il costo complessivo dell’operazione, circa 600mila dollari, sarà interamente sostenuto dall’Università dell’Indiana.



lunedì 23 maggio 2016

Cosa'' svolazza'' su Marte ?



Questa è un serissimo filmato fornito dall'ESA .
  • Titolo Mistero pennacchio su Marte
  • Rilasciato 16/02/2015 05:00
  • Copyright W. Jaeschke
  • DescrizioneOsservazioni di un misterioso  pennacchio  (contrassegnato con la freccia gialla) su Marte il 20 marzo 2012. L'osservazione è stata fatta dall'astronomo W. Jaeschke. L'immagine viene visualizzata con il polo nord verso il basso e il polo sud verso l'alto.


Un interessante articolo sulla rivista scientifica Nature http://www.nature.com/news/martian-mystery  conferma l'interesse del mondo scientifico per questo fenomeno.

John Currin in mostra al Museo Bardini di Firenze


The Penitent, 2004 
Olio su tela / Oil on canvas          
106.7 x 86.4 cm / 42 x 34 inches
Private Collection
© John Currin. Courtesy Gagosian Gallery. Photography by Rob McKeever

Dal 13 giugno  e fino al 2 ottobre, John Currin, tra i più apprezzati artisti del nostro tempo, esporrà i propri dipinti, per la prima volta  per l'Italia, al Museo Stefano Bardini di Firenze. Pittore sofisticato per tecnica e cultura visiva, Currin è conosciuto e apprezzato per ritratti elegantissimi e scene anche lascive interpretate con un ironico, impudico realismo.  Con ambientazioni mai banali e sottintesi sarcastici, e una scelta dei soggetti che ricordano per definizione formale anche la grafica di riviste patinate o pornografiche, l’artista statunitense ha saputo ridefinire la ritrattistica contemporanea. L’interpretazione dell’eros femminile, e della psicologia borghese americana, risulta nelle sue opere quasi surreale o grottesca, estremamente perturbante. L’anatomia sproporzionata, o prospetticamente deformata, l’espressione facciale, altera l’ideale rappresentazione del corpo o del volto femminile rinascimentale.
Nude in a Convex Mirror, 2015    
Olio su tela / Oil on canvas          
Diametro / Diameter: 106.7 cm /42 inches
Private Collection
© John Currin. Courtesy Gagosian Gallery. Photography by Douglas M. Parker Studio

 In questo senso la sua pittura si situa nella scia di Pablo Picasso e di Willem de Kooning piuttosto che su quella di John Singer Sargent o di Edward Hopper.. La sua abilità si manifesta in ritratti eseguiti con pennellate veloci e sprezzanti come in Frans Hals e Édouard Manet  in nature morte eseguite con la perizia calligrafica di un pittore olandese rinascimentale, in tappezzerie e mazzi di rose di una freschezza impressionistica. Ogni suo quadro è anche un omaggio simultaneo alla grande pittura europea e alle sue diverse stagioni: alla pittura rinascimentale (Botticelli e Cranach), a quella manierista (Dosso Dossi e Parmigianino), così come a Tiepolo e Fragonard, a Courbet e Monet, a Magritte e Otto Dix, all’illustrazione pornografica di Giulio Romano e a quella di Paul Emile Becat. .
Bent Lady, 2003      
Olio su tela / Oil on canvas          
121.9 x 96.5 cm / 48 x 38 inches
Courtesy Lindon Gallery  
© John Currin. Image courtesy Gagosian Gallery and Sadie Coles HQ

In mostra saranno presentati una serie di dipinti inediti per l’Italia, scelti dall’artista in dialogo con le straordinarie raccolte di pittura e scultura del Museo Stefano Bardini, grandissimo antiquario e collezionista fiorentino del XIX secolo. Si tratta di ritratti familiari (Rachel, sua moglie, i tre figli Francis, Hollis e Flora), di ritratti allegorici (Flora, The Penitent, The Lobster) e di ritratti muliebri (Bent Lady, Anna, Big Hands), di nudi femminili (Nude in a convex mirror), opere presentate per la prima volta in Italia affiancate a Madonne donatelliane, bronzetti e porcellane, cornici intagliate, dipinti seicenteschi, sculture lignee medievali. Saranno esposti pure alcuni disegni, a ben rappresentare la prodigiosa tecnica di Currin, in dialogo con la “sprezzatura” grafica di Tiepolo e Piazzetta, di cui  al Museo Bardini si conserva una serie assai pregevole di esemplari.  In occasione della mostra, curata da Antonella Nesi e Sergio Risaliti, verrà pubblicato un catalogo (Forma edizioni) con riproduzioni a colori delle opere di John Currin, saggi critici dei curatori e  un’intervista di Angus Cook all’artista.

The Lobster, 2001   
Olio su Tela / Oil on canvas          
101.6 x 81.3 cm / 40 x 32 inches,
Dianne Wallace: New York
© John Currin.  Courtesy Gagosian Gallery

La mostra promossa dal Comune di Firenze, è organizzata dall’associazione Mus.e, in collaborazione con Gagosian Gallery e con il sostegno di Faliero Sarti. 


John Currin in mostra al Museo Bardini di Firenze


The Penitent, 2004 
Olio su tela / Oil on canvas          
106.7 x 86.4 cm / 42 x 34 inches
Private Collection
© John Currin. Courtesy Gagosian Gallery. Photography by Rob McKeever

Dal 13 giugno  e fino al 2 ottobre, John Currin, tra i più apprezzati artisti del nostro tempo, esporrà i propri dipinti, per la prima volta  per l'Italia, al Museo Stefano Bardini di Firenze. Pittore sofisticato per tecnica e cultura visiva, Currin è conosciuto e apprezzato per ritratti elegantissimi e scene anche lascive interpretate con un ironico, impudico realismo.  Con ambientazioni mai banali e sottintesi sarcastici, e una scelta dei soggetti che ricordano per definizione formale anche la grafica di riviste patinate o pornografiche, l’artista statunitense ha saputo ridefinire la ritrattistica contemporanea. L’interpretazione dell’eros femminile, e della psicologia borghese americana, risulta nelle sue opere quasi surreale o grottesca, estremamente perturbante. L’anatomia sproporzionata, o prospetticamente deformata, l’espressione facciale, altera l’ideale rappresentazione del corpo o del volto femminile rinascimentale.
Nude in a Convex Mirror, 2015    
Olio su tela / Oil on canvas          
Diametro / Diameter: 106.7 cm /42 inches
Private Collection
© John Currin. Courtesy Gagosian Gallery. Photography by Douglas M. Parker Studio

 In questo senso la sua pittura si situa nella scia di Pablo Picasso e di Willem de Kooning piuttosto che su quella di John Singer Sargent o di Edward Hopper.. La sua abilità si manifesta in ritratti eseguiti con pennellate veloci e sprezzanti come in Frans Hals e Édouard Manet  in nature morte eseguite con la perizia calligrafica di un pittore olandese rinascimentale, in tappezzerie e mazzi di rose di una freschezza impressionistica. Ogni suo quadro è anche un omaggio simultaneo alla grande pittura europea e alle sue diverse stagioni: alla pittura rinascimentale (Botticelli e Cranach), a quella manierista (Dosso Dossi e Parmigianino), così come a Tiepolo e Fragonard, a Courbet e Monet, a Magritte e Otto Dix, all’illustrazione pornografica di Giulio Romano e a quella di Paul Emile Becat. .
Bent Lady, 2003      
Olio su tela / Oil on canvas          
121.9 x 96.5 cm / 48 x 38 inches
Courtesy Lindon Gallery  
© John Currin. Image courtesy Gagosian Gallery and Sadie Coles HQ

In mostra saranno presentati una serie di dipinti inediti per l’Italia, scelti dall’artista in dialogo con le straordinarie raccolte di pittura e scultura del Museo Stefano Bardini, grandissimo antiquario e collezionista fiorentino del XIX secolo. Si tratta di ritratti familiari (Rachel, sua moglie, i tre figli Francis, Hollis e Flora), di ritratti allegorici (Flora, The Penitent, The Lobster) e di ritratti muliebri (Bent Lady, Anna, Big Hands), di nudi femminili (Nude in a convex mirror), opere presentate per la prima volta in Italia affiancate a Madonne donatelliane, bronzetti e porcellane, cornici intagliate, dipinti seicenteschi, sculture lignee medievali. Saranno esposti pure alcuni disegni, a ben rappresentare la prodigiosa tecnica di Currin, in dialogo con la “sprezzatura” grafica di Tiepolo e Piazzetta, di cui  al Museo Bardini si conserva una serie assai pregevole di esemplari.  In occasione della mostra, curata da Antonella Nesi e Sergio Risaliti, verrà pubblicato un catalogo (Forma edizioni) con riproduzioni a colori delle opere di John Currin, saggi critici dei curatori e  un’intervista di Angus Cook all’artista.

The Lobster, 2001   
Olio su Tela / Oil on canvas          
101.6 x 81.3 cm / 40 x 32 inches,
Dianne Wallace: New York
© John Currin.  Courtesy Gagosian Gallery

La mostra promossa dal Comune di Firenze, è organizzata dall’associazione Mus.e, in collaborazione con Gagosian Gallery e con il sostegno di Faliero Sarti. 


Auto d'epoca bellissime in concorso a Villa d'Este

Il Concorso d’Eleganza Villa d’Este è probabilmente il più prestigioso e senza dubbio il più tradizionale,tra gli eventi dedicati alle automobili d'epoca, dal momento che fu celebrato per la prima volta nel 1929, l'età dell'oro delle automobili aristocratiche Si svolge ogni anno presso il Grand Hotel Villa d’Este sulle sponde del Lago di Como offrendo ad ospiti e visitatori la possibilità di ammirare circa 50 automobili d'epoca costruite tra il 1920 e il decennio degli anni '80.

Le automobili sono suddivise per categorie e giudicate da un esclusivo team di esperti guidato dal presidente Lorenzo Ramaciotti al fine di assegnare il premio "Best of Show", ovvero il BMW Group Trophy, un trofeo riservato ad automobili eccezionali, in grado di esprimere bellezza, passione e unicità. Nell'ambito del concorso, anche il pubblico riveste un ruolo fondamentale, poiché premia i partecipanti con applausi ed esprime il proprio voto per l'assegnazione della Coppa d’Oro Villa d’Este, il premio più tradizionale del concorso.

Dopo la mostra e la sfilata a Villa d'Este il Sabato e la sfilata a Villa Erba di Domenica i risultati per auto d'epoca e il referendum pubblico per i moderni "Concept Cars" del  Concorso d'Eleganza Villa d'Este 2016 sono i seguenti :

 Trofeo BMW Group Best in Show by the Jury 

Maserati, A6 GCS, Berlinetta, Pinin Farina, 1954, Destriero Collection,

MC Coppa d’Oro Villa d’EsteBest of Show by Public Referendum at Villa d’Este Lancia, Astura II Serie, Berlinetta, Castagna, 1933, Antonius Meijer, NL






 Lancia Astura con allestimento corse realizzato dalla ditta casa Castagna su richiesta di Vittorio, figlio di Benito Mussolini . Sulla vettura, oltre a modifiche aereodinamiche, fu installato il motore V8 tre litri da 82 CV della Astura Serie III, al posto del precedente 8 cilindri da 2,6 litri. Nell'agosto del 1935 la vettura prese il via alla 24 ore di Pescara e solo cinque settimane più tardi si presentò al Concorso d'Eleganza di Villa d'Este.

 FIVA World Motoring Heritage Year UNESCO PatronageBest Preserved Vehicle
 Alfa Romeo, Giulietta SZ, Coupé, Zagato, 1961, Corrado Lopresto,

I Trofeo BMW Group Italia By Public Referendum at Villa Erba
 Lamborghini, Miura P 400 SV, Coupé, Bertone, 1971, Adrien Labi, US

Trofeo BMW Group Ragazzi By Young People’s Referendum (until the age of 16)
Lancia, Stratos, Coupé, Bertone, 1975, Marco Magnani, I

 Design Award for Concept Cars & Prototypes By Public Referendum at Villa Erba Alfa Romeo, Disco Volante by Touring, Touring, 2016, Touring Superleggera, I Class Winners and Mention of Honor CLASS A: PRE WAR DECADENCE Class Winner Lancia, Astura IV Serie, Convertibile, Pinin Farina, 1937, Saulius Karosas, LT Mention of Honor Squire, 1 ½ Long Chassis, 4-Seat Tourer, Ranalah, 1935, Peter Neumark, UK CLASS B: PRE 1945 SUPERCARS Class Winner Lancia, Astura, II Serie, Berlinetta, Castagna, 1933, Antonius Meijer, NL Mention of Honor Bugatti, 57 SC Atalante, Coupé, Bugatti, 1937, Kriton Lendoudis, GR CLASS C: SUR MESURE ET HAUTE COUTURE Class Winner Bentley, T Speciale, Coupé, Pininfarina, 1968, Anthony Bamford, UK Mention of Honor Rolls-Royce, Phantom IV, Sedanca de Ville, Hooper, 1952, Ion Triac, RO CLASS D: PETITE PERFORMANCE Class Winner Maserati, A6 GCS, Berlinetta, Pinin Farina, 1954, Destriero Collection, MC Mention of Honor Fiat, 8V Supersonic, Coupé, Ghia, 1954, Marc Behaegel, B CLASS E: DARING TO BE DIFFERENT Class Winner Fiat, 8V, Coupé, Zagato, 1955, Jack Crowl, US Mention of Honor Maserati, 200 SI, Barchetta, Fantuzzi, 1957, Egon Zweimüller, AT CLASS F: CARS OF THE STARS Class Winner Ferrari, 275 GTB/4, Berlinetta, Scaglietti, 1967, David Moores, UK Mention of Honor Dual-Ghia, Convertibile, Ghia, 1957, Arnold Stevens, US CLASS G: GT MAN IS BACK Class Winner Aston Martin, DB 4 GT Zagato, Coupé, Zagato, 1961, David Sydorick, US Mention of Honor Bizzarrini, 1900 GT Europa, Coupé, Labronplastic, 1968, Peter Mooser, CH CLASS H: DRIVEN BY EXCESS Class Winner Lamborghini, Countach “Walter Wolf”, Coupé, Bertone, 1976, Jota Collection, I Mention of Honor Lamborghini, Athon, Roadster, Bertone, 1980, Albert Spiess, CH CLASS I: RALLY CARS Class Winner Ford, Escort RS 1600, Saloon, Ford, 1972, Claude Nahum, CH Mention of Honor Porsche, 911, Coupé, Porsche, Rolf Richter, D Special Prizes Trofeo FIVA To the best preserved pre war-car Alfa Romeo, RL Normale, Coupé de Ville, Farré, 1925, Manfred Sontheimer, D Trofeo ASI To the best preserved post war-car Maserati, 200 SI, Barchetta, Fantuzzi, 1957, Egon Zweimüller, AT Special Prizes by the Jury Trofeo BMW Group Classic For the most sensitive restoration by the Jury Bentley, S2 Continental, Fastback Coupé, H.J. Mulliner, 1960, Fred Kritz , MC Trofeo Rolls-Royce To the most elegant Rolls-Royce by the Jury Rolls-Royce, Phantom IV, Sedanca de Ville, Hooper, 1962, Ion Tiriac, RO Trofeo Vranken Pommery To the best iconic car by the Jury Bugatti, 57 SC Atalante, Coupé, Bugatti, 1937, Kriton Lendoudis, GR Trofeo Foglizzo The best interior design by the Jury Dual-Ghia, Convertibile, Ghia, 1957, Arnold Stevens, US Trofeo Auto & Design To the most exciting design by the Jury Lamborghini, Athon, Roadster, Bertone, 1980, Albert Spiess, CH Trofeo Automobile Club di Como To the car driven from farthest away AC, Aceca Bristol, Coupé, AC, 1956, Francis Maret, CH

Pittori italiani dell'800 a confronto







Il 2 luglio aprirà a Viareggio presso la Fondazione Matteucci per l'arte moderna una interessantissima mostra dal titolo  'Il tempo di Signorini e De Nittis. L'Ottocento aperto al mondo nelle collezioni Borgiotti e Piceni'.  

Intanto chi sono questi signori : due pittori ( Signorini e De Nittis) e due grandi esperti d'arte e collezionisti (Borgiotti e Piceni). La mostra ha l'obbiettivo di mettere a confronto la passione di Piceni per gli 'Italiani di Parigi' e quella di Borgiotti per i macchiaioli utilizzando diversi capolavori delle rispettive collezioni.

Enrico Piceni (Milano, 26 marzo 1901 – Milano, 28 maggio 1986) è stato un critico d'arte, critico teatrale e traduttore italiano.Come critico e appassionato d'arte si dedicò particolarmente a Federico Zandomeneghi, Giuseppe De Nittis e Giovanni Boldini. Sua principale area d'interesse era la pittura dell'Ottocento italiano e in special modo i pittori dell'Ecole Italienne .

Mario Borgiotti (Livorno, 22 agosto 1906 – Firenze, 19 dicembre 1977) è stato un pittore italiano e grande collezionista d'arte. Contribuì moltissimo a fare conoscere nel mondo i macchiaioli ,fece parte del Gruppo Labronico, di cui fu presidente per oltre un decennio, mentre nel 1953 fu fondatore, insieme a Nedo Luschi e Renzo Casali, del Premio di pittura estemporanea alla Rotonda di Ardenza  di Livorno.

La mostra, che sarà visibile al pubblico fino al 26 febbraio 2017, espone dipinti di De Nittis, Zandomeneghi e Boldini affiancati a opere di Signorini, Lega e degli altri protagonisti della Macchia, molte delle quali rimaste 'private' da decenni, invisibili e non concesse a nessuna mostra e museo.

domenica 22 maggio 2016

Esa Euronews : coltivare cibo nello spazio,realtà o fantascienza ?

La maggior parte degli alimenti usati nello spazio è costituito da cibo liofilizzato in alcuni casi reidratato, preparato sulla Terra e spedito in orbita con un razzo. Quando però,tra qualche anno, la tecnologia spaziale permetterà all'uomo di effettuare viaggi spaziali lunghi anni, questo tipo di menù non sarà più sufficiente. Per questo sta nascendo la necessità di potere creare in volo nello spazio ciò che servirà per l'alimentazione umana. Il prossimo filmato dell'Esa fornirà il punto esatto di queste ricerche.

I'' Tappeti in segatura'' il 28 e 29 maggio a Camaiore ( Lucca)

Questa è una tradizione secolare che avviene in concomitanza della processione del Corpus Domini

Tanti artisti di strada, arrivati da tutta Italia ed oltre, realizzeranno nella notte di  sabato/domenica nel centro storico della ridente cittadina toscana  tappeti, di decine di metri di lunghezza, fatti con segatura colorata (pula, nel dialetto locale) con colori all'anilina. Su questo fantasmagorico  tracciato sfilerà dopo  la precessione religiosa .

Il tema generale  dei disegni che gli artisti rappresenteranno sui tappeti trae per quest'anno ispirazione dalle Opere di Misericordia corporale e spirituale, proponendo un percorso di fede che ne sottolinea anche l'aspetto sociale.

Questo tipo di celebrazione a Camaiore del Corpus Domini con una processione risale alla fine del '400, ma la tradizione dei tappeti inizia ad affermarsi nel corso dell'Ottocento quando  i servitori spagnoli al servizio dei Borbone  realizzavano tappeti di fiori per accogliere i loro signori che venivano a soggiornare nelle ville della Versilia.

mercoledì 18 maggio 2016

Scompare un aereo sul mediterraneo. Una chiazza d'olio vista dal satellite Sentinel-A



Un jet Airbus A 320 della Egyptair in volo da Parigi al Cairo dopo 3 ore e 40' dal decollo ha perso i contatti radar, in poche parole è scomparso.Il volo MS804 era partito dall'aeroporto Charles de Gaule alle 23:09 del giorno 18 maggio 2016 con 59 passeggeri .

 Al momento della scomparsa l'aereo ,secondo quanto ha detto la campagnia aerea,stava viaggiando a 37.000 piedi  con a bordo tre addetti alla sicurezza EgyptAir e sette membri dell'equipaggio. Quindi stava sorvolando la Grecia od era in procinto di entrare nello spazio aereo egiziano.(In un altro post, EgyptAir detto che l'aereo era già oltre 10 miglia all'interno dello spazio aereo egiziano).Reuters, citando il giornale di stato egiziano Ahram, ha detto che l'equipaggio non ha fatto richiesta di soccorso, e che l'ultimo contatto è stato 10 minuti prima diella scomparsa dell'aereo




Nella mattina di oggi 19 maggio il relitto dell'aereo di Egyptair è stato individuato al largo dell'isola greca di Karpathos, in acque territoriali egiziane. Per ora non si conoscono le cause dell'incidente.
Stamani 20 maggio la compagnia EgyptAir  per bocca del suo vice-presidente  Ahmed Adel ha detto che i rottami trovati il giorno prima bob appartengono al loro aereo. 

L'Esa ha comunicato che il satellite Sentinel-A ha visto e fotografato una chiazza d'olio 
'' The Sentinel-1A radar satellite detected a slick in the eastern Mediterranean Sea – in the same area that EgyptAir flight MS804 disappeared early morning of 19 May 2016 on its way from Paris to Cairo. Sentinel-1A acquired this image later in the day at 16:00 GMT (18:00 CEST) in ‘extra-wide swath mode’ of 400 km with horizontal polarisation. ESA provided it to the relevant authorities to support the search operations. The 2 km-long slick is located at 33°32' N / 29°13' E – about 40 km southeast of the last known location of the aircraft. Although there is no guarantee that the slick is from the missing airplane, this information could be helpful for the search.''




Una eccezionale mostra : ''Buffoni, villani e giocatori alla corte dei Medici''

A Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini, Firenze - dal 19 maggio all'11 settembre 2016

                                                           Maestro dell’Incredulità di San Tommaso (Jean Ducamps?)
                                                          Suonatore di chitarra 1620 ca. olio su tela
                                                   Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi

La mostra presenta alcuni dei più bizzarri e inaspettati soggetti figurativi ricorrenti nelle collezioni medicee che, tra Cinquecento e Settecento, trovarono significative, e talvolta curiose, rappresentazioni artistiche. Si tratta di scene cosiddette ‘di genere’, un universo figurativo che nella acclarata gerarchia della pittura barocca, permetteva di illustrare, spesso anche con intenti morali o didascalici, diversi aspetti comici della vita sociale e di corte, quei temi ritenuti, cioè, altrimenti bassi e privi di decoro, indegni di una pittura alta, di soggetto sacro, mitologico o storico.
                                                                  Anonimo pittore toscano del XVII secolo
                                                                                 Banchetto grottesco
                                                                          1630 - 1640 ca. olio su tela
                                   Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi

Le opere selezionate, circa una trentina, provengono per la massima parte dai depositi della Galleria Palatina e dalla Galleria delle Statue e delle Pitture (entrambe facenti parte del complesso delle Gallerie degli Uffizi creato dalla recente riforma), e presentano al visitatore personaggi marginali e devianti come buffoni, contadini ignoranti o grotteschi, nani e praticanti di giochi tanto leciti che illeciti. Nella società apparentemente immobile dell’antico regime, cui danno volto nelle sale di Pitti i ritratti dei granduchi e dei gentiluomini della corte, la pittura ‘di genere’ diviene lo strumento critico che permette di attingere, attraverso l’arte, alla più variegata realtà del mondo.
                                                                       Faustino Bocchi  (Brescia, 1659 - 1741) 
                                                                       L’Autunno 1690 - 1695 ca.olio su tela
                               Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi

Un campionario variopinto, quanto inaspettato, di personaggi della corte medicea, incarna l’ambivalente mondo della buffoneria, della rusticitas e del gioco. Sono spesso personaggi realmente vissuti, cui erano demandati l’intrattenimento e lo svago dei signori, antidoto alla noia sempre in agguato tra le maglie del rigido cerimoniale spagnolesco. Così dimostrano il grottesco più sgradevole del Nano Morgante del Bronzino e, all’opposto, la leziosità cortigiana dei Servitori di Cosimo III de’ Medici.
                                                                       Anonimo fiorentino del XVII secolo
                                                         Ritratto del nano Gabriello Martinez 1640 ca. olio su tela
                                    Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi

La comicità di questi soggetti, non esente nel profondo anche da risvolti drammatici o almeno malinconici, si declina nei buffoni di professione, qui rappresentati nei tre tipi: della parola – abilissimi nelle acrobazie verbali e nelle improvvisazioni di spirito -; del fisico – l’anomalia degli acondroplasici e dei deformi -; e, infine, della devianza mentale come il Meo Matto di Giusto Suttermans.
                                                                Justus Suttermans (Anversa, 1597 - Firenze, 1681)
                                                                           Ritratto di un buffone (Meo Matto)
                                                                                    ante 1640 olio su tela
                                  Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, depositi

“Considerati alla stregua di giocattoli viventi, di meraviglie della natura degne di una Wunderkammer, ma anche accorti consiglieri dotati di speciali licenze rispetto all’etichetta della corte, questi buffoni, nani, giocolieri spuntano dai documenti d’archivio con un’identità definita: vengono infatti ricordati per imprese (e talvolta misfatti) che li inseriscono come persone reali nella vita della corte, la cui biografia può esser tratteggiata con sapidi dettagli, e di molti si può chiarire l’alto spessore umano e culturale. La posizione dei buffoni, a metà strada tra il divertimento e la coscienza parlante del signore, li eleva a protagonisti di un’arte giocosa e bizzarra, che permette anche all’artista felicissime libertà espressive: e valgano da esempio i ritratti del nano Morgante di Bronzino e Valerio Cioli, i caramogi nelle Stagioni di Faustino Bocchi, il Meo Matto di Suttermans e tanti altri presenti in questa mostra, oltre alle figure silvane e occupate in strane attività che spuntano inaspettate tra le siepi del Giardino di Boboli.” (E. D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi)

Partecipano inoltre alle buffonerie alcuni rustici, come la vecchia in abito di nozze, patetica corteggiatrice di un giovane garzone, smascherata da un nano impietosamente arguto in un quadro bellissimo della fine del Seicento, ma di incerta attribuzione, o come la contadina Domenica dalle Cascine, raffigurata dal Suttermans - ritrattista ufficiale dei granduchi - nel quadro omonimo, che risulta saltuariamente stipendiata dalla corte per prestazioni da “buffone”.

Appartengono invece al mondo della buffoneria di mestiere Alberto Tortelli e Giuliano Baldassarini raffigurati da Niccolò Cassana in veste venatoria, sospesi dunque tra il piano figurativo dell’ambientazione arcadica, non altrimenti qualificati di segni allusivi al ruolo svolto a corte, e quello della verità biografica che ce li restituisce al mestiere di addetti al divertimento del gran principe Ferdinando. Della serie dei servitori fa parte anche il magnifico quadruplice ritratto di Servi della corte medicea con cui Anton Domenico Gabbiani offre una sorta di regesto di forme e temi, qui antologizzati nel bizzarro campionario di personaggi - tra cui un nano, un gobbo, un moro - tutti realmente documentati come ‘prestatori d’opera’, servile o buffonesca, a palazzo.

Tra gli svaghi un posto non meno trascurabile di quello occupato dai suscitatori del riso avevano i giochi, nelle molteplici fattispecie di quelli di parola, da tavolo – in particolare le carte -, e quelli propriamente fisici. Non mancano testimonianze pittoriche, oltre che letterarie, di svariati personaggi di corte intenti all’esercizio di un gioco ginnico, come l’enigmatico Ritratto di giocatore con palla. Lo scenario meno lecito ed aulico dello svago, l’equivoca taverna ai margini dei ‘regolari’ confini della società, esercita una fascinazione sulla corte che ne ricerca e ne acquisisce le rappresentazioni alle proprie collezioni, come nel Suonatore di chitarra, riconducibile al Maestro dell’Incredulità di San Tommaso (alias Jean Ducamps?), in cui il giocatore/musico squaderna senza pudore sul tavolo, cui si appoggia, i proibitissimi dadi e un mazzo di carte. Similmente intriganti, nella loro dimensione di personaggi ‘irregolari’, e per questo ‘attirati’ all’occasione della presente esposizione, i protagonisti della movimentata Scena di gioco e chiromante in atto di leggere la mano di Nicolas Regnier o l’umanità errante e cenciosa dei Due cantastorie vagabondi, o quella appena più rassicurante dei Venditori ambulanti di Monsù Bernardo.

Le forme del comico si costruiscono dunque, nel percorso che si propone, per via del contrappunto tra norma e difformità, regola e sproporzioni, registro alto e sregolatezza. In questo gioco di (s)proporzioni, il brulicante e frenetico affollarsi di affaccendatissimi pigmei in alcune opere di Faustino Bocchi, tra cui il corteo de La mascherata di gnomi (Il gatto Mammone) e le minuscole nudità de I Nani al bagno immerse nella vacuità d’abisso notturno della lavagna su cui sono dipinte, rappresenta l’esito estremo della grammatica delle distorsioni, in cui il bresciano fu maestro. Non manca nemmeno il lampo demoniaco che la società attribuiva spesso, con enorme crudeltà, alla natura deforme nell’inquietante Banchetto grottesco di creature più o meno umane e fornite di corna e nello straordinario musical infernale di Orfeo nell’Ade di Joseph Heintz il giovane, dove caramogi e nani ballano su uno scalone da fare invidia ai migliori palcoscenici di Broadway. Assieme ai dipinti in mostra troviamo le sculture in marmo del Nano musicante di Agostino Ubaldini e del Nano con sonagli di Andrea di Michelangelo Ferrucci, oltre al bronzetto del Giambologna raffigurante l’Uccellatore, proveniente dal Museo Nazionale del Bargello. L’incisione col Ritratto di Bernardino Ricci detto il Tedeschino, a cui Stefano della Bella ha affidato il racconto di una delle personalità più interessanti della buffoneria di professione al servizio dei Medici nel primo Seicento, completa - in termini di confronto e completamento - le tematiche rappresentate dai dipinti.
A corredo della mostra è stato predisposto un itinerario nel Giardino di Boboli dove tutti questi personaggi, villani, contadini e nani, giocatori e caramogi si animano, pur pietrificati, e si nascondono nei boschetti e nelle radure come sfuggiti dall’universo pittorico che li ha creati, ad attendere i visitatori con calembour figurativi e comicissime espressioni.
In occasione della presente esposizione sono stati effettuati i restauri di 14 dipinti, 2 sculture e diverse cornici recuperate dai depositi.

La mostra a cura, come il catalogo edito da Sillabe, di Anna Bisceglia, Matteo Ceriana e Simona Mammana, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.