venerdì 11 luglio 2014

Ricorre oggi 12 luglio 2014 il centenario della nascita del pittore Guidi Gino ( Livorno 12.07.1914-Livorno 13.02.2000)



                                                    Il pittore Guidi Gino nel suo studio


Il pittore Guidi Gino nel filone della pittura macchiaiola ha contribuito a mantenere viva per tutto il secolo XX mo la memoria storica di una tendenza espressiva collegata agli elementi fondamentali quali,la luce,la macchia, la personale emotività connessa al soggetto rappresentato quasi sempre " dal vero".Animo semplice e mente rigorosa ha mantenuto con orgoglio al primo posto nella sua ricerca pittorica una tavolozza spartana con pochi colori " puri " di partenza che magicamente sotto il suo mix spontaneo, veloce, quasi frettoloso con pennello e spatola,si trasformavano in scale cromatiche espressione di un rapporto visivo emotivo che dava alla realtà trasportata sulla tela un valore aggiunto notevole : la sua sensibilità di grande artista.

              Il pittore Guidi Gino "sul vero".Acquerello realizzato dal pittore Danilo Barghigiani


Artista tra gli artisti ( suo fratello il grande pittore Guido Guidi, suo cognato il famosissimo tenore Galliano Masini, il lontano parente pittore Bruno Guidi, la nipote pittrice Anna Maria Riccardi , il cugino baritono Sergio Masini )ha sempre condotto una vita privata defilata dal grande pubblico preferendo sempre e semplicemente un rapporto stretto con la moglie ed i figli, intimista e foriero di improvvise ispirazioni che venivano quotidianamente trasformate in sublimi realizzazioni pittoriche. Nella sua lunga vita ha avuto una produzione di grande livello qualitativo e quantitativo ,quadri su tela e su tavoletta in legno di vari formati ,che hanno raggiunto varie località del mondo.Non ha mai aderito a movimenti pittorici, poche le mostre personali,tantissime le persone che quotidianamente lo venivano a trovare nel suo studio. Le sue opere sono nelle case e nelle gallerie di molte città a testimoniare la continuità di un " big bang" artistico e culturale nato nell'ottocento con i "macchiaioli " che ha proiettato nel '900 una sprazzo energetico che è ancora oggi apprezzato e testimoniato dalle tante e bellissime mostre in tutto il mondo che vogliono ricordare ai cittadini degli anni '2000 l'accostamento uomo-sentimento-natura.


                                                                Paesaggio toscano



Per questo il valore aggiunto delle opere di Gino Guidi è in continua crescita alimentando tra i collezionisti ed i suoi estimatori curiosità ed interesse

lunedì 7 luglio 2014

La scuola di Staggia ed il paesaggio in Toscana fra Barbizon e "la macchia”.




Staggia Senese per differenziarla da Staggia Modenese, frazione del comune di San Prospero, è una frazione di Poggibonsi, in provincia di Siena.ll primo riferimento storico all'abitato di Staggia è del 994 dal quale risulta l'esistenza di un borgo munito di rocca di cui re Berengario conferma la proprietà alla famiglia dei Soarzi.Alla fine del Duecento la famiglia Soarzi è in declino mentre Staggia inizia ad avere un'importanza anche dal punto di vista commerciale, trovandosi a cavallo della Via FrancigenaA Staggia Senese attorno al 1855 si formò un piccolo gruppo di pittori dal vero, chiamato Scuola di Staggia (questa denominazione fu usata informalmente nel 1873 da Telemaco Signorini ), attorno al pittore ungherese Karoly Marko il Giovane (1822-1891) lì presente già dal 1853. Al gruppo, formatosi sul modello della Scuola di Barbizon, parteciparono Andreas Marko (o Andras, 1824-1895) fratello di Karoly, e pittori già attivi in ambito fiorentino, come Carlo Ademollo (1825-1911), Lorenzo Gelati (1824-1893), Francesco Saverio Altamura (1822 o 1826-1897), Alessandro La Volpe (1820-1893), e Serafino De Tivoli (1826-1892) che ebbe un ruolo di spicco.

Il livornese Serafino De Tivoli nel 1848 partì volontario con Giuseppe Garibaldi e partecipò alla Battaglia di Curtatone e Montanara.Nel 1855, insieme a Saverio Altamura si recò a Parigi per seguire da vicino le discussioni che erano sorte intorno a Gustave Courbet ed ai pittori della Scuola di Barbizon. Nello stesso anno si recò a Londra in occasione della Esposizione Universale. Contemporaneamente accolse i nuovi concetti propagati dal naturalismo romantico di Alexandre-Gabriel Decamps, Constant Troyon e Théodore Rousseau oltre allo spirito paesaggistico di Jean-Baptiste Camille Corot. Tornò entusiasta della nuova pittura realista a Firenze e ne riferì gli echi. Fu uno dei primi esponenti del movimento pittorico dei macchiaioli e partecipò attivamente alle discussioni che si tenevano nel caffè Michelangiolo di Firenze, tanto da essere soprannominato "il papà della macchia".

                                               Al pascolo -di Serafino De Tivoli


Con il termine scuola di Barbizon  si identifica un gruppo di pittori e una corrente paesaggista del realismo collegata alla località di Barbizon in Francia, non lontana dalla foresta di Fontainebleau
l luogo è stato un ritrovo di artisti principalmente nel periodo tra il 1830 e il 1870 e ha raccolto esponenti del realismo particolarmente inclini a indugiare in tendenze formalmente raffinate e legate al romanticismo ricercando una stretta associazione del paesaggio con lo stato d'animo . Tra gli artisti che maggiormente influenzarono questo movimento, un ruolo fondamentale spetta indubbiamente a John Constable che, a partire dalla sua prima esposizione al Salon di Parigi nel 1824, fu un maestro nella raffigurazione paesaggista dal vero di scene rurali e campestri non come sfondo a scene particolari, ma fine a se stesse. Dal 1848 in poi, le sue idee raccolsero artisti di ogni provenienza nel piccolo villaggio: tra questi, Jean-François Millet ,Jean-Baptiste Camille Corot, che insieme a Théodore Rousseau e a Charles-François Daubigny, divenne ben presto capofila della scuola. Tra gli altri esponenti, Jules Dupré molto vicino a Rousseau, il manierato e brillante Narcisse Virgilio Díaz de la Peña, Jules Jacques Veyrassat, Henri Harpignies, Félix Ziem, Constant Troyon, Albert Charpin, Charles Olivier de Penne, Alexandre DeFaux, Ferdinand Chaigneau e, marginalmente, lo svizzero Karl Bodmer. La compagnia di pittori si installò nello spartano alberghetto di père Ganne, scrutando campi, foreste, paludi, armenti e greggi con una tale attenzione da portare avanti il loro studio fino all'analisi dei contrasti di luce, delle articolazioni di rami e foglie, delle variazioni cromatiche del sottobosco e così via.
A Barbizon  Monet e Bazille realizzano i primi capolavori e sperimentano pennellate "nuove”. Ed è da qui che prende il via la modernità di tecnica e soggetto

La scuola di Staggia dette impulso a un genere, la pittura di paesaggio o della natura con una comunità aperta al dibattito nella quale gli artisti si ritrovavano all'aperto rappresentando sovente uno stesso soggetto, progettando composizioni con forti contrasti di luce e ombra, andando a costituire un precedente del quale risentirono i Macchiaioli pochi anni più tardi. Le opere nate durante questa esperienza sono perlopiù disperse o difficilmente attribuibili, tuttavia la sala numero 14 della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze è dedicata ad alcuni dei pittori che fecero parte della Scuola di Staggia ed acquista particolare valore la mostra  intitolata “Le vie del sole. La scuola di Staggia ed il paesaggio in Toscana fra Barbizon e la macchia”  inaugurata il 5 luglio e visitabile presso il Palazzo Mediceo di Seravezza fino al prossimo 7 settembre 2014.

                                          Palazzo Mediceo di Seravezza

La mostra , organizzata dalla Fondazione Terre Medicee e dal Comune di Seravezza e curata da Nadia Marchioni, vuole fare comprendere la genialità di questi pittori che dal 1853 dipingendo " dal vero" paesaggi della campagna toscana prospicente Staggia iniziarono ad abbandonare la tecnica più accademica della  realizzazione paesaggistica che porterà anni dopo nel movimento dei " macchiaioli" ad una personalizzazione più intima e quotidiana  della natura