venerdì 30 marzo 2012

Firenze -Stati Uniti d'America : un lungo ponte di artisti ed intellettuali rievocati in una bella mostra a Firenze

Amerigo Vespucci (Firenze, 18 marzo 1454 – Siviglia, 22 febbraio1512) italiano ,fiorentino doc , navigatore e profondo studioso dei mari, durante i suoi viaggi esplorò gran parte delle coste orientali del Sud America. Fu tra i primi sostenitori dell'idea che Cristoforo Colombo avesse scoperto un nuovo continente e non una rotta occidentale per raggiungere l'Estremo Oriente per mare. Quindi alla fine è il definitivo ed indiscusso scopritore del Nuovo Continente. A 500 anni dalla morte di Amerigo Vespucci, una mostra celebra i legami fra vecchio e nuovo continente, tra Europa e Stati Uniti, raccontando la straordinaria cerchia cosmopolita di artisti e di intellettuali che congiunse, fra Ottocento e Novecento, Firenze all’America.
Nel 2012, anno in cui ricorre il quinto centenario della morte di Amerigo Vespucci, la Fondazione Palazzo Strozzi celebra con la rassegna Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo i forti legami della città con alcuni grandissimi artisti americani, tra cui John Singer Sargent, nel periodo che va da metà Ottocento al primo conflitto mondiale. Attraverso i quadri di trentadue pittori americani che soggiornarono a Firenze e in Toscana, sarà quindi possibile ripercorrere l’eccezionale esperienza estetica vissuta da questi pittori in un’epoca in cui Firenze, Venezia, Roma erano divenuti polo di attrazione irresistibile per coloro che volevano conoscere e studiare l’arte del passato. Il contatto con l’atmosfera e il “paesaggio civilizzato” delle colline fiorentine, tra ville, giardini, oliveti, dette vita a opere originali diffondendo al di là dell’Atlantico quella magnificenza di colori e luce mediterranea che hanno contribuito a incrementare nell’immaginario americano il mito della Toscana e dell’Italia. Attraverso questi dipinti sarà inoltre possibile ricostruire la vita e l’attività degli americani a Firenze e quella di intellettuali, collezionisti, scrittori loro connazionali che furono soggetti di loro opere: da Henry James a Vernon Lee. Una mostra con una forte componente femminile dove le donne sono spesso rappresentate con una veste candida, proprio per evocare un sentimento di innocenza e purezza, quella fiducia e speranza nel futuro incarnata dalla giovane nazione americana. Organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e curata da Francesca Bardazzi e Carlo Sisi, la mostra è la continuazione ideale dell’esposizione Cézanne a Firenze (Palazzo Strozzi, 2007), in cui si studiava per la prima volta la figura dell’italo-americano Egisto Paolo Fabbri, pittore a sua volta e tra i primi collezionisti di Cézanne. La mostra : Divisa in sei sezioni, l’esposizione comprende opere originali e fino a oggi poco note in Italia di artisti che arrivarono a Firenze in un flusso che ebbe un notevole incremento con la fine della guerra di Secessione, nel 1865, e fu costante fino all’inizio del Novecento. Opere sospese tra la formazione accademica ricevuta in patria, il confronto con gli impressionisti francesi e, per alcuni di essi, con le tele dei pittori italiani più sensibili agli effetti di luce: i Macchiaioli e poi i naturalisti toscani. Ai precursori, maestri per le generazioni più giovani, cui appartengono William Morris Hunt e John La Farge, seguono gli “espatriati” in Europa, John Singer Sargent, Mary Cassatt, James Abbott McNeill Whistler, che vantavano una brillante componente cosmopolita. Il cuore dell’esposizione sarà costituito dalle opere di soggetto fiorentino dipinte da alcuni esponenti del gruppo americano più vicini all’Impressionismo: i “Ten American Painters”, fra cui William Merritt Chase e Frederick Childe Hassam. Anche Franck Duveneck, insieme alla moglie Elizabeth Boott, ebbe un ruolo importante nelle relazioni fra artisti americani e toscani, riunendo intorno a sé un gruppo di allievi, i cosiddetti Duveneck boys, fra i quali si distinsero John White Alexander e Joseph Rodefer DeCamp. Le loro opere dialogano all’interno delle varie sezioni con quelle dei pittori fiorentini e toscani che più si avvicinarono alla maniera sofisticata e ricca di suggestioni letterarie promossa dai circoli più esclusivi di quella colonia internazionale: fra questi Telemaco Signorini, Vittorio Corcos, Michele Gordigiani e, toscano “naturalizzato”, Giovanni Boldini. La vita e l’attività degli americani a Firenze si intreccia inoltre con quella di intellettuali, collezionisti, scrittori, critici d’arte loro connazionali che condivisero le stesse esperienze fra arti figurative, idee estetiche, letteratura, venendo spesso ritratti dai loro amici pittori: Gertrude Stein, Mabel Dodge, Bernard Berenson, i fratelli Henry e William James, Egisto Fabbri e la sua famiglia (le sorelle Ernestine, pittrice e fotografa, e Cora, poetessa) Mabel Hooper La Farge, Bancel La Farge, Charles Loeser, Edith Wharton, Vernon Lee. Nella mostra saranno inoltre presenti ritratti femminili di grande qualità, in cui la donna diventa simbolo della moderna nazione americana: giovani, adolescenti o addirittura bambine, spesso vestite di bianco, incarnano la purezza e le speranze di un’intera nazione, in special modo nei dipinti di Tarbell e di Benson. Il tema del ritratto femminile si ricollega all’attività delle pittrici d’oltreoceano. Le più intraprendenti giunsero in Europa e contribuirono agli scambi fra il loro paese e il vecchio continente: Mary Cassatt, Cecilia Beaux, cui fu richiesto l’autoritratto per la Galleria degli Uffizi, e la scultrice Bessie Potter Vonnoh. Mentre in Europa la pittura esercitata dalle donne era considerata un passatempo, negli Stati Uniti esse furono ammesse a frequentare le Accademie già dalla fine degli anni sessanta quando a Parigi e in Italia erano ancora costrette a iscriversi a scuole private. L’ultima sezione della mostra fa compiere al visitatore il percorso inverso: un salto al di là dell’Atlantico al seguito di artisti che, dopo aver viaggiato in Europa e in particolare in Italia, tornano a casa con un ricco bagaglio di esperienze. Vasti paesaggi di mare, interni con scene di intimità domestica, ritratti di intensità psicologica formano un avvincente repertorio di immagini che verrà integrato, in Italia, dall’altrettanto coinvolgente lettura dei romanzi di Henry James. La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza PSAE e per il Polo Museale della città di Firenze con il Comune di Firenze, la Provincia di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze, l’Associazione Partners Palazzo Strozzi e la Regione Toscana, con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Bank of America Merrill Lynch, Terra Foundation for American Art, Jan Shrem and Maria Manetti Farrow, Paulson Family Foundation. La mostra gode del Patrocino del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze e Ministero degli Affari Esteri. Americani a Firenze si pone in dialogo con l’esposizione, ospitata contemporaneamente al Centro per la Culura Contemporanea Stozzina American Dreamers. Realtà e immaginazione nell’arte contemporanea americana (CCCS 9 marzo-15 luglio 2012) che propone una riflessione sul lavoro di undici artisti americani (Laura Ball, Adrien Broom, Nick Cave, Will Cotton, Adam Cvijanovic, Richard Deon, Thomas Doyle, Mandy Greer, Kirsten Hassenfeld, Patrick Jacobs, Christy Rupp) che utilizzano fantasia, immaginazione e sogno per costruire possibili mondi alternativi di fronte alla realtà sempre più complessa e difficile del presente

Firenze -Stati Uniti d'America : un lungo ponte di artisti ed intellettuali rievocati in una bella mostra a Firenze

Amerigo Vespucci (Firenze, 18 marzo 1454 – Siviglia, 22 febbraio1512) italiano ,fiorentino doc , navigatore e profondo studioso dei mari, durante i suoi viaggi esplorò gran parte delle coste orientali del Sud America. Fu tra i primi sostenitori dell'idea che Cristoforo Colombo avesse scoperto un nuovo continente e non una rotta occidentale per raggiungere l'Estremo Oriente per mare. Quindi alla fine è il definitivo ed indiscusso scopritore del Nuovo Continente. A 500 anni dalla morte di Amerigo Vespucci, una mostra celebra i legami fra vecchio e nuovo continente, tra Europa e Stati Uniti, raccontando la straordinaria cerchia cosmopolita di artisti e di intellettuali che congiunse, fra Ottocento e Novecento, Firenze all’America.
Nel 2012, anno in cui ricorre il quinto centenario della morte di Amerigo Vespucci, la Fondazione Palazzo Strozzi celebra con la rassegna Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo i forti legami della città con alcuni grandissimi artisti americani, tra cui John Singer Sargent, nel periodo che va da metà Ottocento al primo conflitto mondiale. Attraverso i quadri di trentadue pittori americani che soggiornarono a Firenze e in Toscana, sarà quindi possibile ripercorrere l’eccezionale esperienza estetica vissuta da questi pittori in un’epoca in cui Firenze, Venezia, Roma erano divenuti polo di attrazione irresistibile per coloro che volevano conoscere e studiare l’arte del passato. Il contatto con l’atmosfera e il “paesaggio civilizzato” delle colline fiorentine, tra ville, giardini, oliveti, dette vita a opere originali diffondendo al di là dell’Atlantico quella magnificenza di colori e luce mediterranea che hanno contribuito a incrementare nell’immaginario americano il mito della Toscana e dell’Italia. Attraverso questi dipinti sarà inoltre possibile ricostruire la vita e l’attività degli americani a Firenze e quella di intellettuali, collezionisti, scrittori loro connazionali che furono soggetti di loro opere: da Henry James a Vernon Lee. Una mostra con una forte componente femminile dove le donne sono spesso rappresentate con una veste candida, proprio per evocare un sentimento di innocenza e purezza, quella fiducia e speranza nel futuro incarnata dalla giovane nazione americana. Organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e curata da Francesca Bardazzi e Carlo Sisi, la mostra è la continuazione ideale dell’esposizione Cézanne a Firenze (Palazzo Strozzi, 2007), in cui si studiava per la prima volta la figura dell’italo-americano Egisto Paolo Fabbri, pittore a sua volta e tra i primi collezionisti di Cézanne. La mostra : Divisa in sei sezioni, l’esposizione comprende opere originali e fino a oggi poco note in Italia di artisti che arrivarono a Firenze in un flusso che ebbe un notevole incremento con la fine della guerra di Secessione, nel 1865, e fu costante fino all’inizio del Novecento. Opere sospese tra la formazione accademica ricevuta in patria, il confronto con gli impressionisti francesi e, per alcuni di essi, con le tele dei pittori italiani più sensibili agli effetti di luce: i Macchiaioli e poi i naturalisti toscani. Ai precursori, maestri per le generazioni più giovani, cui appartengono William Morris Hunt e John La Farge, seguono gli “espatriati” in Europa, John Singer Sargent, Mary Cassatt, James Abbott McNeill Whistler, che vantavano una brillante componente cosmopolita. Il cuore dell’esposizione sarà costituito dalle opere di soggetto fiorentino dipinte da alcuni esponenti del gruppo americano più vicini all’Impressionismo: i “Ten American Painters”, fra cui William Merritt Chase e Frederick Childe Hassam. Anche Franck Duveneck, insieme alla moglie Elizabeth Boott, ebbe un ruolo importante nelle relazioni fra artisti americani e toscani, riunendo intorno a sé un gruppo di allievi, i cosiddetti Duveneck boys, fra i quali si distinsero John White Alexander e Joseph Rodefer DeCamp. Le loro opere dialogano all’interno delle varie sezioni con quelle dei pittori fiorentini e toscani che più si avvicinarono alla maniera sofisticata e ricca di suggestioni letterarie promossa dai circoli più esclusivi di quella colonia internazionale: fra questi Telemaco Signorini, Vittorio Corcos, Michele Gordigiani e, toscano “naturalizzato”, Giovanni Boldini. La vita e l’attività degli americani a Firenze si intreccia inoltre con quella di intellettuali, collezionisti, scrittori, critici d’arte loro connazionali che condivisero le stesse esperienze fra arti figurative, idee estetiche, letteratura, venendo spesso ritratti dai loro amici pittori: Gertrude Stein, Mabel Dodge, Bernard Berenson, i fratelli Henry e William James, Egisto Fabbri e la sua famiglia (le sorelle Ernestine, pittrice e fotografa, e Cora, poetessa) Mabel Hooper La Farge, Bancel La Farge, Charles Loeser, Edith Wharton, Vernon Lee. Nella mostra saranno inoltre presenti ritratti femminili di grande qualità, in cui la donna diventa simbolo della moderna nazione americana: giovani, adolescenti o addirittura bambine, spesso vestite di bianco, incarnano la purezza e le speranze di un’intera nazione, in special modo nei dipinti di Tarbell e di Benson. Il tema del ritratto femminile si ricollega all’attività delle pittrici d’oltreoceano. Le più intraprendenti giunsero in Europa e contribuirono agli scambi fra il loro paese e il vecchio continente: Mary Cassatt, Cecilia Beaux, cui fu richiesto l’autoritratto per la Galleria degli Uffizi, e la scultrice Bessie Potter Vonnoh. Mentre in Europa la pittura esercitata dalle donne era considerata un passatempo, negli Stati Uniti esse furono ammesse a frequentare le Accademie già dalla fine degli anni sessanta quando a Parigi e in Italia erano ancora costrette a iscriversi a scuole private. L’ultima sezione della mostra fa compiere al visitatore il percorso inverso: un salto al di là dell’Atlantico al seguito di artisti che, dopo aver viaggiato in Europa e in particolare in Italia, tornano a casa con un ricco bagaglio di esperienze. Vasti paesaggi di mare, interni con scene di intimità domestica, ritratti di intensità psicologica formano un avvincente repertorio di immagini che verrà integrato, in Italia, dall’altrettanto coinvolgente lettura dei romanzi di Henry James. La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza PSAE e per il Polo Museale della città di Firenze con il Comune di Firenze, la Provincia di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze, l’Associazione Partners Palazzo Strozzi e la Regione Toscana, con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Bank of America Merrill Lynch, Terra Foundation for American Art, Jan Shrem and Maria Manetti Farrow, Paulson Family Foundation. La mostra gode del Patrocino del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze e Ministero degli Affari Esteri. Americani a Firenze si pone in dialogo con l’esposizione, ospitata contemporaneamente al Centro per la Culura Contemporanea Stozzina American Dreamers. Realtà e immaginazione nell’arte contemporanea americana (CCCS 9 marzo-15 luglio 2012) che propone una riflessione sul lavoro di undici artisti americani (Laura Ball, Adrien Broom, Nick Cave, Will Cotton, Adam Cvijanovic, Richard Deon, Thomas Doyle, Mandy Greer, Kirsten Hassenfeld, Patrick Jacobs, Christy Rupp) che utilizzano fantasia, immaginazione e sogno per costruire possibili mondi alternativi di fronte alla realtà sempre più complessa e difficile del presente

lunedì 26 marzo 2012

Straordinario successo per l’incontro al Caffè della Versiliana con Philippe Daverio.

Non è bastata la sala del Sant’Agostino a contenere tutto il pubblico giunto per ascoltare l’istrionico critico d’arte e giornalista chiamato dalla Versiliana per il Caffè che la Fondazione ha organizzato, sabato scorso (24 marzo) in collaborazione con il FAI e il Comune di Pietrasanta in occasione della XX giornata di Primavera. Così, dopo che già un’ora prima dell’inizio dell’incontro il Sant’Agostino era gremito oltre la capienza, la Fondazione ha deciso di spostare l’appuntamento al Teatro Comunale, riallestendo in tempo record il palco per ospitare Daverio. Platea e galleria, si sono velocemente riempiti prima dell’ inizio dell’incontro, puntualmente partito come da programma alle ore 18.00. Dopo i saluti istituzionali della Presidente della Fondazione La Versiliana Dianora Poletti e di Loredana Ciabatti Cipriani, vice presidente regionale FAI e capo della delegazione di Lucca - Massa Carrara, Philippe Daverio è stato il vero protagonista della giornata sollecitato da Marco Carminati, giornalista delle prestigiose pagine culturali de Il Sole 24 ore, che ha condotto brillantemente l’incontro: un percorso artistico  attraverso i secoli, le varie tecniche pittoriche, le storie e le opere dei grandi maestri, in cui Philippe Daverio ha trascinato il pubblico che ha assistito attento e divertito. Grande la soddisfazione e l’orgoglio della presidente della Fondazione La Versiliana Dianora Poletti: “Sapevamo che l’incontro avrebbe richiamato pubblico, ma non ci immaginavamo così tanto: molti erano  i giovani in sala come già era stato nei precedenti incontri e numerosi anche gli aderenti del FAI che hanno partecipato. Un particolare ringraziamento va ai gestori del Cinema che hanno dimostrato grande sensibilità fermando la programmazione cinematografica per accogliere il pubblico del Caffè al Teatro”.      

Straordinario successo per l’incontro al Caffè della Versiliana con Philippe Daverio.

Non è bastata la sala del Sant’Agostino a contenere tutto il pubblico giunto per ascoltare l’istrionico critico d’arte e giornalista chiamato dalla Versiliana per il Caffè che la Fondazione ha organizzato, sabato scorso (24 marzo) in collaborazione con il FAI e il Comune di Pietrasanta in occasione della XX giornata di Primavera. Così, dopo che già un’ora prima dell’inizio dell’incontro il Sant’Agostino era gremito oltre la capienza, la Fondazione ha deciso di spostare l’appuntamento al Teatro Comunale, riallestendo in tempo record il palco per ospitare Daverio. Platea e galleria, si sono velocemente riempiti prima dell’ inizio dell’incontro, puntualmente partito come da programma alle ore 18.00. Dopo i saluti istituzionali della Presidente della Fondazione La Versiliana Dianora Poletti e di Loredana Ciabatti Cipriani, vice presidente regionale FAI e capo della delegazione di Lucca - Massa Carrara, Philippe Daverio è stato il vero protagonista della giornata sollecitato da Marco Carminati, giornalista delle prestigiose pagine culturali de Il Sole 24 ore, che ha condotto brillantemente l’incontro: un percorso artistico  attraverso i secoli, le varie tecniche pittoriche, le storie e le opere dei grandi maestri, in cui Philippe Daverio ha trascinato il pubblico che ha assistito attento e divertito. Grande la soddisfazione e l’orgoglio della presidente della Fondazione La Versiliana Dianora Poletti: “Sapevamo che l’incontro avrebbe richiamato pubblico, ma non ci immaginavamo così tanto: molti erano  i giovani in sala come già era stato nei precedenti incontri e numerosi anche gli aderenti del FAI che hanno partecipato. Un particolare ringraziamento va ai gestori del Cinema che hanno dimostrato grande sensibilità fermando la programmazione cinematografica per accogliere il pubblico del Caffè al Teatro”.      

domenica 25 marzo 2012

SOROLLA. Giardini di luce Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 17 marzo - 17 giugno 2012 Granada, Museo de Bellas Artes, Alhambra, 29 giugno – 14 ottobre 2012 Madrid, Museo Sorolla, 29 ottobre 2012 – 5 maggio 2013

La mostra che Palazzo dei Diamanti ha in programma per la primavera 2012 presenterà per la prima volta nel nostro paese l'opera di Joaquín Sorolla (1863–1923), straordinario interprete della pittura spagnola moderna. Esponente di spicco della Belle Epoque, celebrato ritrattista accanto a Sargent e Boldini, Sorolla è oggi considerato una delle personalità più affascinanti del panorama artistico spagnolo in quel periodo cruciale, tra Ottocento e Novecento, segnato dalla diffusione delle poetiche impressioniste e simboliste. Ferrara Arte rende omaggio al maestro valenciano con una mostra organizzata in collaborazione con il Patronato de la Alhambra y Generalife di Granada, il Museo Sorolla e la Fundación Museo Sorolla di Madrid, che la ospiteranno dopo l'esordio italiano, e curata da un comitato di esperti quali Tomàs Llorens, Blanca Pons-Sorolla, María López Fernández e Boye Llorens. L'esposizione mette a fuoco un momento cruciale della parabola creativa del pittore: gli anni della piena maturità e, in particolare, le opere nate dalla fascinazione per il tema del giardino e dall'incontro con l’Andalusia. In questa fase della sua vita, nonostante il successo e gli incarichi ufficiali, Sorolla continua a riflettere sulle possibilità della propria pittura e sviluppa una produzione originale caratterizzata dalla poetica del silenzio e dell'intimità e da un linguaggio raffinato, che rivelano sorprendenti assonanze con la sensibilità simbolista e modernista del suo tempo. La rassegna indaga per la prima volta questo processo di introspezione e questa ricerca di essenzialità, gettando nuova luce sulla personalità artistica di Sorolla. Sarà, inoltre, l'occasione per approfondire il rapporto intercorso tra l'artista spagnolo e Giovanni Boldini. Ad aprire la mostra sarà un'importante serie di ritratti della famiglia del pittore nella cornice di giardini con fontane del 1906-07: capolavori come María vestita da contadina valenciana, Saltando la corda o Guardando i pesci, nei quali le figure si fondono nell'atmosfera sfavillante di pennellate di colore puro o disegnano sagome sinuose su lucenti specchi d'acqua, in un gioco di corrispondenze tra il soggetto e il paesaggio che preannuncia la modernità dell'ultima produzione di Sorolla. Di fondamentale importanza nell'evoluzione del suo percorso artistico è la scoperta dell'Andalusia dove il pittore soggiorna ripetutamente tra il 1908 e il 1918. La suggestione che riceve da quei luoghi è tale da segnare profondamente lo stile della sua tarda maturità, nel quale si coglie un progressivo passaggio dal naturalismo alla ricezione di risonanze simboliste. La mostra ricostruisce le tappe dell'incontro con quella terra e con quella cultura millenaria, a partire dal grandioso paesaggio della Sierra Nevada che offre materia per visioni liriche e cristalline, fino allo studio di soggetti andalusi come nella visione raccolta di Joaquína la gitana o in altre interpretazioni originali, lontane dagli stereotipi del folklore locale. Ma ad ispirare Sorolla in Andalusia sono soprattutto i patii e i giardini islamici dell'Alhambra di Granada e dell'Alcázar di Siviglia, come dimostra la straordinaria serie di dipinti che l'artista dedica a questi temi nel corso di un decennio, restituendo tutto il fascino di quei luoghi appartati e solenni, che avevano esercitato una profonda influenza anche sulla poesia e sulla musica spagnola dell'epoca. In queste composizioni, da cui è bandita la presenza umana, le architetture vegetali, i marmi, le ceramiche, le fontane, la luce e i colori danno vita a una polifonia sensoriale ricca di risonanze. Il pennello dell'artista si sofferma sui riflessi dell'acqua, sulla luce che sembra dissolvere le geometrie architettoniche e sul mosaico cromatico dei giardini, protagonisti di una pittura che parla una lingua sempre più pura e raffinata. L'esperienza andalusa impone una profonda metamorfosi all'opera di Sorolla che culmina nelle opere ispirate al giardino della nuova casa di Madrid. L'anziano pittore aveva dedicato molte energie alla costruzione di questo luogo, che fu concepito sul modello degli angoli verdi di Siviglia e Granada, arrivando perfino ad importare dall'Andalusia fontane, ceramiche, colonne, statue, alberi da frutto e piante ornamentali, con una passione che ricorda quella profusa da Monet nel suo stagno di ninfee. E come Monet a Giverny, Sorolla trova nel proprio giardino una fonte inesauribile di spunti per tradurre sulla tela la lezione di essenzialità e lirismo appresa in Andalusia. Nelle sale di Palazzo dei Diamanti si svilupperà un racconto avvincente, intessuto di rimandi all'esperienza biografica di Sorolla e alla cultura contemporanea, attraverso una selezione di circa 60 dipinti ed un piccolo nucleo di disegni e di preziosi documenti, provenienti da collezioni pubbliche e private, tra le quali spicca il Museo Sorolla. Mostra a cura di Tomàs Llorens, Blanca Pons-Sorolla, María López Fernández e Boye Llorens, organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con il Patronato de la Alhambra y Generalife di Granada, il Museo Sorolla e la Fundación Museo Sorolla di Madrid. Aperto tutti i giorni, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00. Aperto anche Pasqua, Lunedì dell'Angelo, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Nella foto : Oleandri del patio di casa Sorolla, 1918 Olio su tela, cm 105 x 82 Collezione privata

mercoledì 21 marzo 2012

Ritrovato nell'oceano Atlantico il relitto del U-Boot 513




Una famiglia di navigatori tedeschi , gli Schurmann, può vantare nel proprio palmares di avere ritrovato , dopo cinque anni di ricerche , il relitto dell'U-Boot 513 , il famoso sommergibile tedesco che nell'ultima guerra nel 1941, comandato dal comandante Fritz Guggenberger,aveva affondato la "gloriosa" portaerei britannica Ark Royal.

L' indomito comandante si salvò dopo l'affondamento del sommergibile ,fu decorato da Hitler e riuscì anche ad evadere dal campo dov'era prigioniero degli americani.
Il relitto del suo sottomarino, l'U-Boot 513, affondato con l'equipaggio - tranne il comandante e quattro marinai - nel 1943 da un idrovolante Usa, è stato finalmente ritrovato a 130 metri di profondità nelle acque dell'Atlantico al largo del Brasile.

E' morto Tonino Guerra : una vita per l'arte in poesia

E' morto questa mattina nella sua casa natia di Santarcangelo Tonino Guerra. Aveva 92 anni : romagnolo prima di tutto , poeta e sceneggiatore , ha collaborato con grandi registi, da Fellini ad Antonioni, da Rosi ai fratelli Taviani. Nato nel 1920, aveva da poco compiuto (il 16 marzo) 92 anni. Recentemento tenevo sul comodino un suo libro “ Il polverone “ Bompiani editore dove sono raccolte 68 brevi storie . Ogni sera ne ho letta una o più di una : gocce di saggezza , di tenerezza e poesia . Riporto integralmente la numero 28 di pagina 61 dal titolo “L'immobilità “ : “ Un tale cominciò a staccarsi dalle cose e dagli uomini . Cioè se vedeva il giovane bovaro nel fiume capiva che poteva soltanto ammirarlo nei suoi gesti col bue , ma non riusciva ad avvicinarlo . E così anche la ragazza che raccoglieva ciliege sull'albero . Come se l'aria fosse un muro davanti a lui. Allora fissò l'acqua che scorreva ai suoi piedi e si accorse che non rifletteva più la sua immagine . “ Questo è ciò che prova adesso Tonino !

martedì 20 marzo 2012

La Ferrari" non fa acqua " anzi va benone anche nell'acqua !



Scusate il giro di parole che esprime le perplessità per la prima gara della Ferrari in F1 nel gran premio d'Australia e la curiosità per la notizia  della prossima asta dell'11 maggio a Montecarlo che proporrà alla vendita  una eccezionale imbarcazione , motorizzata Ferrarti , chiamata ARNO XI.
Questa  imbarcazione da competizione, sviluppata nel 1952 dall'industriale Achille Castoldi assieme ai due piloti della Casa di Maranello, Alberto Ascari e Luigi Villoresi. , denominata Arno XI,  nel 1953 conquistò il record mondiale per le imbarcazioni da 800 kg sulla distanza delle 24 miglia nautiche, volando sull'acqua a 164, 37 km orari. Sempre nel 1953 sul Lago d'Iseo, l'Arno XI stabilì il record mondiale di velocità per la sua classe a 241,708 km/h, ancora imbattuto.

Un  esemplare unico, dotato di un motore  variante del V12 Ferrari di 4500 cc (usato anche nella monoposto 375 GP) e  completamente restaurato nel 1993. 
Ci sarà da svenarsi per aggiudiucarsi un gioiello eccezionale  della tecnologia nautica mondiale.

venerdì 9 marzo 2012

Enzo Ferrari è a Casa !












Domani 10 Marzo grande festa a Modena per l'inaugurazione del Museo Casa Enzo Ferrari realizzato dall'architetto cecoslovacco Jan Kaplický.
Una grande festa che coinvolgerà tutto il centro storico, e a partire dalle 17 fino alle 23.30 si potrà raggiungere la Casa Museo con il trenino gratuito .



martedì 6 marzo 2012

Non regge più la scusa del razzismo : molto semplicemente la crisi impone delle scelte difensive.







Dopo Forte dei Marmi, in Toscana anche Pontremoli dice no ai venditori di kebab.
L'amministrazione comunale di Pontremoli in Lunigiana ha approvato una delibera che vieta l'apertura di ''kebab e simili'' nel centro storico. Il provvedimento e' stato preso, dopo uno analogo deciso dal comune di Forte dei Marmi. La vicenda è scaturita dopo che un cittadino egiziano ha fatto domanda al comune di Pontremoli di aprire una pizzeria che nel menu prevedeva anche il kebab.
Il comune ha prontamente motivato la delibera dichiarando l'esigenza di preservare ''la tipicita' del centro storico e i prodotti tipici locali'' , allontanando così ogni remota supposizione di atteggiamenti razzisti.


Anche in comune a Pisa si è aperta una grande discussione su un progetto lanciato dall'assessore Pd ai lavori pubblici Andrea Serfogli che prevede di installare una rete per separare la pineta di Tirrenia dai marciapiedi della passeggiata di Piazza Belvedere . Molti vu cumpra' nel periodo estivo utilizzano i marciapiedi della piazza per vendere la loro merce. Entro fine marzo, l'Ente parco e la Soprintendenza si pronunceranno sulla fattibilita' del progetto. Si preannunciano vibranti proteste delle associazioni di tutela degli immigrati.


Cambiamo comune e spostiamoci a Firenze dove la Finanza ha sequestrato 36.860 borse contraffatte , tra cui 18.760 a marchio Alviero Martini e 18.100 firmate Louis Vuitton, in un capannone nella zona dell'Osmannoro. Venivano importate dalla Cina da una donna cinese, che le avrebbe rivendute a circa 40 euro ciascuna, per un valore di mercato complessivo di oltre un milione di euro. La donna, di 43 anni e residente a Campi Bisenzio (Firenze), e' stata denunciata.


Fonte : Ansa

Montecatini Terme : un sogno anche nella lontana Russia







Il Grande Hotel  LA Pace di Montecatini Terme ha l'onore di ospitare in questi giorni la first lady di Russia, Svetlana Medvedeva che ha scelto la località  termale toscana per qualche giorno di vacanza.  L'ambasciatore russo in Italia aveva fatto un sopralluogo in citta' nei giorni scorsi per verificare che ci fossero tutte le condizioni ottimali per permettere un felice soggiorno alla first lady, quindi la moglie del presidente della Federazione russa Dmitri Medvedev e' arrivata nella citta' termale questo pomeriggio per soggiornare nella suite imperiale del Grand Hotel La Pace insieme a un'altra trentina di persone.




Un evento che inorgoglisce  gli imprenditori della città termale , fiduciosi in una piena rivalutazione di un territorio che si pone da sempre ai vertici  della più squisita ospitalità europea.


Fonte : Ansa

giovedì 1 marzo 2012

Oggi 1 marzo 2012 è morto Lucio Dalla

Rimane per sempre la sua arte .

Per me e spero per tutti coloro che leggeranno questo post la musica del film Prima Dammi un Bacio regia di Ambrogio Lo Giudice (opera prima),anno di produzione 2003 interpretato da : Luca Zingaretti (Loris) Stefania Rocca (Adele) Marco Cocci (Marcello) Camilla Filippi (Jane) Fiorella Mannoia (Irene) Davide Pola (Marcello Sedicenne) Valeria Ghigne (Adele Sedicenne) Giulia Steigerwalt (Marianna) Alessandro Sperduti (Emanuele)
mette molto bene in evidenza la sintesi sinergica che lega la poesia e la musica nelle opere di Lucio Dalla. Il disco successivamente realizzato contiene anche un importante contributo vocale di Mina <br />